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Medicina generale

Vaccino anti Herpes Zoster: l’esperienza della Calabria

22 Nov 2018

Continuiamo a parlare di vaccini in riferimento alla popolazione anziana, molto spesso colpita da Herpes Zoster, una malattia dolorosa che, come abbiamo già detto nel precedente articolo, può portare a conseguenze molto debilitanti.

Anche il Dr. Sandro Giuffrida, Direttore UOC Igiene e Sanità pubblica ASP Reggio Calabria, sottolinea come l’Herpes Zoster sia una malattia particolarmente invalidante, soprattutto per la sua principale complicanza: la nevralgia post herpetica che può determinare una disabilità anche grave, della durata di mesi o addirittura anni.

Giuffrida, nel video che riportiamo alla fine di questo articolo, spiega che i dati sull’efficacia del vaccino anti Herpes Zoster sono estremamente interessanti e ne dimostrano un’azione della durata di almeno otto anni, nei soggetti anziani, per la prevenzione della nevralgia post-herpetica. L’efficacia è di circa il 70% nei soggetti fino a 79 anni, e di poco inferiore nei soggetti di età più avanzata; una vaccinazione che con una sola dose permette di proteggere per 8 anni e probabilmente anche per periodi più lunghi.

L’esperienza della Regione Calabria

La regione Calabria ha anticipato di un anno e mezzo il calendario nazionale introducendo il vaccino già nel maggio 2015 a favore di

  • persone oltre i 65 anni di età
  • persone oltre i 70 anni di età

Effettuando la vaccinazione soltanto nei sessantacinquenni, prosegue Giuffrida, sarebbe rimasta esclusa la coorte di settantenni, in cui l’incidenza della malattia è particolarmente alta.

Inizialmente la richiesta di vaccinazione da parte della popolazione anziana non è stata elevata, probabilmente per problemi di comunicazione e informazione alla popolazione. Ecco perché è stata introdotta la chiamata attiva, che ha consentito di raggiungere elevati livelli di copertura vaccinale.

Negli ultimi due anni, nell’azienda sanitaria di Reggio Calabria, ad esempio, sono stati convocate, con specifiche lettere di invito, quindicimila persone persone, con un’adesione del 25%, molto positiva rispetto al panorama nazionale e internazionale.

Considerata la difficoltà di far raggiungere all’anziano i centri vaccinali è stata colta l’occasione per proporre loro la co-somministrazione del vaccino anti pneumococcico coniugato tredicivalente ottenendo degli ottimi risultati in termini di adesione.

Guarda il video completo.

 

 

 

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