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Pediatria

Uso dei farmaci durante l’allattamento al seno

9 Ago 2018

Da diversi anni il Ministero lavora sulla promozione dei benefici per l’allattamento, che implicano anche risparmi economici per i servizi sanitari e la società. Un documento nazionale di riferimento è il seguente: Linee di indirizzo nazionali sulla protezione, la promozione e il sostegno dell’allattamento al seno. La salute della mamma in allattamento è fondamentale per il bambino e, in caso di malattia, può essere individuata una terapia farmacologica.

L’informazione in questo caso è fondamentale: il lattante deve essere sicuro dai possibili effetti del farmaco che attraversa il latte materno e la madre, allo stesso momento, non deve rinunciare ad allattare o a curarsi. Tra il 65% ed il 95% delle mamme assume farmaci il cui uso solleva proprio questa problematica.

Un esempio:

Nel 2016 sono arrivate al centro Antiveleni di Bergamo ben 28922 richieste di consulenza sui farmaci in uso durante l’allattamento. Nell’85% dei casi le richieste sono arrivate dalle pazienti e per il 57% dei pazienti l’età del lattante era inferiore ai 6 mesi al momento della richiesta. Tra i farmaci figurano:

  • antinfiammatori 22%,
  • antibiotici 14%,
  • gastrointestinali 14%,
  • farmaci per il sistema nervoso 8% (ansiolitici, antidepressivi, etc),
  • ormonali 5%.

Le informazioni sull’escrezione dei farmaci nel latte materno sono state desunte da Lactmed, con una ricerca aggiornata a fine maggio 2017 sulle richieste dei principi attivi arrivati al Centro di Bergamo. Per ciascuno dei principi attivi sono stati riportati % di dose materna assunta dal piccolo, gli eventi avversi che sono accaduti nei bambini con madri sotto farmaco, l’autorizzazione all’uso del farmaco per il neonato e la dose autorizzata per l’uso.

Conseguenze della sospensione dell’allattamento

L’uso di un farmaco durante l’allattamento potrebbe richiederne la sospensione, anche se momentanea. Ecco di seguito le conseguenze:

  • perdita di benefici sia per la mamma che per il bambino;
  • anche una breve sospensione creerebbe disagio al bambino che rischierebbe di doversi abituare al latte di formula per poi riadattarsi a succhiare al seno;
  • un’interruzione momentanea provoca rischio di ingorghi mammari o di interruzione definitiva;
  • il mantenimento della produzione di latte tramite le spremiture non ha la stessa efficacia, la produzione potrebbe esserne ridotta.

Per un approfondimento leggete Il Medico Pediatra redatto dalla FIMP.

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