Update per il Pediatra
Metabolismo

Terapia sostitutiva con ormone della crescita: stato dell’arte

18 Gen 2023

a cura di Piercarlo Salari, pediatria e divulgatore medico scientifico – Milano

Intervista al prof. GianVincenzo Zuccotti

Professore Ordinario di Pediatria, Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Milano e Direttore del Dipartimento di Pediatria dell’Ospedale dei Bambini V. Buzzi di Milano

 

 

L’ormone della crescita (GH) viene prevalentemente utilizzato come sostitutivo nei casi di deficit ormonale. Al di là degli aspetti pratici, richiamati nell’intervista al prof. GianVincenzo Zuccotti, Professore Ordinario di Pediatria presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Milano e Direttore del Dipartimento di Pediatria dell’Ospedale dei Bambini V. Buzzi di Milano, è importante sottolineare una problematica avvertita a livello nazionale e oggetto di un Manifesto sociale a cui era già stata dedicata attenzione da Update per il Pediatra (https://www.pacinimedicina.it/update_pediatra/terapia-con-ormone-della-crescita-manifesto-sociale/): la disponibilità del GH per i pazienti, infatti, risulta spesso condizionata da logiche di contenimento dei costi, responsabili di un improvviso e problematico passaggio da un farmaco ad un altro. Una situazione, questa, che genera disomogeneità assistenziali tra le regioni e, oltre a pregiudicare la libertà prescrittiva del medico, potrebbe mettere a rischio la continuità terapeutica e in definitiva il raggiungimento degli obiettivi del trattamento stesso.

 

Come si definisce e qual è l’impatto epidemiologico del deficit di ormone della crescita?

Il deficit di ormone della crescita (GHD) si associa ad anomalie auxologiche, cliniche e metaboliche causate per l’appunto da una ridotta secrezione di tale ormone. Il calo dei fattori di crescita, e in particolare dell’IGF-1, è il principale responsabile delle alterazioni di accrescimento a livello della cartilagine di coniugazione. La prevalenza stimata di GHD varia da 1:3.400 a 1:30.000 e si può affermare che circa l’1-2% dei bambini con altezza inferiore a 2 deviazioni standard è affetto da deficit di GH, differenziato in tre principali categorie in base ai livelli dell’ormone: deficit completo o parziale; isolato o associato a deficit di altre tropine; idiopatico o secondario a molteplici cause.

 

Efficacia e sicurezza della terapia sostitutiva: qual è la realtà attuale?

L’impiego del GH è comprovato da un’esperienza ormai ultratrentennale ed è finalizzato a un duplice obiettivo: migliorare la velocità di crescita e raggiungere il target staturale genetico. Tra i vari predittori di efficacia possiamo citare l’età e la statura all’inizio della terapia, il target staturale genetico, l’età di inizio della pubertà e la durata del trattamento: il recupero staturale è ottimo nei casi in cui la diagnosi viene posta precocemente e la terapia intrapresa in maniera altrettanto tempestiva, in particolare prima della pubertà.

Il GH assicura un buon profilo di sicurezza quando impiegato secondo le indicazioni approvate e alle dosi raccomandate: gli effetti collaterali sono rari, non è stato dimostrato un ruolo causale tra terapia con GH e rischio di neoplasie e il rischio di intolleranza al glucosio o diabete è basso. Non ci sono dati relativamente al legame tra dose, valore di IGF-1 ed eventi avversi e rimane la necessità di monitorare a lungo termine la sicurezza e le problematiche metaboliche e vascolari, aspetti di cui si stanno occupando alcuni studi internazionali tuttora in corso.

 

Come viene gestita la terapia sostitutiva?

Prima dell’inizio del trattamento, è consigliabile discutere con la famiglia e il ragazzo le aspettative e condividere con loro la scelta terapeutica. È necessario poi monitorare l’efficacia della terapia dopo almeno un anno, per verificarne il risultato. In caso di risposta terapeutica insoddisfacente è consigliabile valutare l’aderenza alla terapia stessa e/o rivalutare la diagnosi di GHD: il bambino che ne è affetto deve assumere una terapia di lunga durata ed è per molti aspetti equiparabile a un bambino con una malattia cronica, ragion per cui un “non responder” potrebbe essere di fatto un “non aderente”.

 

Il monitoraggio dell’aderenza è un elemento essenziale?

Sì, in quanto la scarsa aderenza porta all’abbandono del trattamento e/o risultati clinici non ottimali in termini di recupero staturale: per questa ragione la terapia deve essere sin dall’inizio personalizzata e il ruolo del pediatra di famiglia è importante per l’accompagnamento del paziente e per il supporto da dare ai genitori. Il fattore umano, infatti, rappresentato dall’empatia, dalla comunicazione con la famiglia e dalla comprensione di bisogni, aspettative e difficoltà gestionali, rimane un elemento fondamentale per l’aderenza, come pure la scelta del dispositivo adatto al singolo bambino, contestualizzato nel suo ambiente e nelle sue abitudini di vita.

 

Ci sono altri aspetti pratici da ricordare al pediatra di famiglia?

Un primo invito è quello a non sottovalutare o trascurare un bambino che cresce poco: se da un lato è importante rassicurare genitori talvolta ansiosi e preoccupati perché non soddisfatti dalle aspettative di crescita del proprio bambino, dall’altro è opportuno approfondire le ragioni di uno scarso accrescimento. Di fronte a un sospetto di GHD è opportuno il consulto di un endocrinologo con esperienza pediatrica, per un approfondimento diagnostico e, nel caso, l’avviamento della terapia.

 

Bibliografia

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