Update per il Pediatra
Nutrizione

Recenti highlights sulla vitamina D

12 Gen 2022

Piercarlo Salari, pediatria e divulgatore medico scientifico – Milano

Introduzione

Se si esamina l’andamento annuale delle pubblicazioni scientifiche sulla vitamina D ci si accorge che sono più che quadruplicate tra il 2000 e il 2020, salendo da poco meno di 1.300 a oltre 5.600, e quelle di interesse pediatrico sono addirittura decuplicate nel medesimo intervallo temporale.

Questo dimostra come da “semplice” micronutriente, storicamente associato alla prevenzione del rachitismo, la vitamina D ha polarizzato l’interesse degli studiosi al punto da diventare un tema consolidato di ricerca in vari ambiti:

  • pediatrico
  • ginecologico
  • cardiovascolare
  • endocrinologico

solo per fare qualche esempio) e in tutte le fasce d’età.

Benché incentrata soltanto su alcune linee sperimentali, questa sintetica panoramica sulla letteratura recente si propone di richiamare l’attenzione ad alcuni temi di particolare rilevanza pratica e non soltanto speculativa, delineando nuove frontiere di ricerca.

Essenziale e tendenzialmente carente

Un aspetto forse paradossale è che, malgrado la mole di evidenze accumulate in particolare in quest’ultimo decennio, lo scenario globale è tuttora caratterizzato dalla persistenza di una condizione sub-carenziale: un’indagine (Wolters et al.) nel contesto degli studi IDEFICS/I, a cui hanno contribuito otto paesi europei, Italia compresa, ha infatti confermato i precedenti riscontri relativamente a bassi livelli circolanti di vitamina D (il 63% dei bambini è risultato carente, il 33% insufficiente e soltanto il 3% sufficiente) e ha permesso di calcolare i percentili di riferimento, che il pediatra può impiegare come strumento pratico nel contesto di una valutazione specifica, come per esempio in un bambino soggetto a infezioni respiratorie ricorrenti.

 

Dal rischio cardiometabolico all’autismo

Uno studio danese su 184 bambini in età scolare (Thams et al.) ha dimostrato che la supplementazione con vitamina D è in grado di agire favorevolmente sulla composizione corporea e di contrastare alcuni parametri cardiometabolici (per esempio l’incremento della colesterolemia LDL), di particolare interesse nei bambini esposti a errori o squilibri alimentari, quale un elevato apporto proteico, e potrebbe pertanto rientrare nel contesto di una correzione dello stile di vita da attuare precocemente quale strategia di prevenzione.

Questo riscontro è del tutto in linea con le osservazioni di uno studio longitudinale italiano (OBELIX) su 32 bambini e adolescenti obesi, che ha identificato in alcuni composti, tra cui la vitamina D, la capacità di migliorare la funzione endoteliale e di ridurre il rischio cardiovascolare (Pecoraro et al.).

Particolarmente stimolante è una revisione (Kittana et al.) che evidenzia il ruolo della vitamina D nel neurosviluppo e una relazione tra il suo deficit e la gravità dei disturbi dello spettro autistico.

 

Sempre o forse ancora più attuale in era pandemica

Una comunicazione alla rivista Aging Clinical and Experimental Research (Ilie et al.), aveva prospettato una relazione emersa tra il livello medio di vitamina D nella popolazione di vari paesi europei e relativa incidenza e mortalità da SARS-Cov-2, correlandola alla sua attività di immunomodulatore e alla sua capacità di contrastare la fibrosi polmonare e modulare l’espressione dei recettori ACE2.

Tra l’alto va segnalato che la pandemia non si è associata soltanto a un incremento dell’obesità infantile – dalla quale non sono risparmiati nemmeno i bambini normopeso – che rappresenta di per sé una condizione predisponente a ipovitaminosi D, ma anche a un calo dei livelli di vitamina D.

A questa conclusione è pervenuto uno studio retrospettivo (Kang et al.) su 226 bambini sani d’età compresa tra 4 e 14 anni.

Il confronto tra i sei mesi pandemici (“periodo COVID”) e l’anno precedente (“periodo pre-COVID”), oltre all’aumento della prevalenza di sovrappeso e obesità (dal 23,9% al 31,4%) e dei valori di trigliceridemia e colesterolemia LDL (rispettivamente da 88,6 a 105,8 e da 94,0 a 100,2 mg/dl), ha infatti riportato una riduzione del livello di calcidiolo (da 23,8 a 18,9 ng/dl).

Un altro studio (Karacan Küçükali et al.) si è prefissato di cercare nei bambini obesi, notoriamente più esposti a deficit di vitamina D, eventuali variazioni stagionali rispetto ai non obesi per quanto riguarda la vitamina D libera (biodisponibile): non sono emerse differenze nel periodo autunnale, mentre in quello invernale gli obesi hanno presentato livelli di vitamina D libera inferiori.

In attesa di nuove evidenze, la vitamina D si profila come interessante candidato non soltanto come marker (l’ipovitaminosi D, per esempio, potrebbe diventare un predittore di forme gravi di sindrome infiammatoria multisistemica), sia, in virtù del suo ruolo di immunomodulatore, come supplemento nutrizionale per mitigare l’impatto dell’infezione da SARS-Cov-2.

Bibliografia citata

  • Ilie PC, Stefanescu S, Smith L. The role of vitamin D in the prevention of coronavirus disease 2019 infection and mortality. Aging Clin Exp Res. 2020 May 6.doi: 10.1007/s40520-020-01570-8
  • Kang HM, Jeong DC, Suh BK, Ahn MB. The Impact of the Coronavirus Disease-2019 Pandemic on Childhood Obesity and Vitamin D Status. J Korean Med Sci. 2021; 36:e21
  • Karacan Küçükali G, Gülbahar Ö, Özalkak Ş, Dağlı H, Ceylaner S, Aycan Z, Savaş Erdeve Ş. Is Bioavailable Vitamin D Better Than Total Vitamin D to Evaluate Vitamin D Status in Obese Children? J Clin Res Pediatr Endocrinol. 2021; 13:391-399
  • Kittana M, Ahmadani A, Stojanovska L, Attlee A. The Role of Vitamin D Supplementation in Children with Autism Spectrum Disorder: A Narrative Review. 2021 Dec 22;14(1):26
  • Pecoraro L, Thomas Z, Atkinson RL, Fulvio N, Franco A, Paolo C, Giorgio P, Angelo P. Supportive treatment of vascular dysfunction in pediatric subjects with obesity: the OBELIX study. Nutr Diabetes. 2022; 12:2
  • Thams L, Stounbjerg NG, Hvid LG, Mølgaard C, Hansen M, Damsgaard CT. Effects of high dairy protein intake and vitamin D supplementation on body composition and cardiometabolic markers in 6-8-y-old children-the D-pro trial. Am J Clin Nutr. 2022 Jan 7:nqab424
  • Wolters M, Intemann T, Russo P, Moreno LA, Molnár D, Veidebaum T, Tornaritis M, De Henauw S, Eiben G, Ahrens W, Floegel A. 25-Hydroxyvitamin D reference percentiles and the role of their determinants among European children and adolescents. Eur J Clin Nutr. 2021 Jul 23. doi: 10.1038/s41430-021-00985-4

 

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