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Salute e Sanità

Naegleria fowleri, l’“ameba mangia-cervello”: un nemico invisibile nell’irrigazione nasale con acqua non trattata

10 Feb 2025
irrigazione-nasale

Da Italian Journal of Pediatric Allergy and Immunology, organo ufficiale SIAIP

 

 

Abstract

In un mondo in cui la ricerca di soluzioni naturali e semplici per i problemi di salute quotidiani è sempre più diffusa, pratiche come l’irrigazione nasale con acqua di rubinetto hanno guadagnato popolarità per alleviare condizioni come la rinosinusite. Tuttavia, questa pratica apparentemente innocua nasconde un rischio invisibile e potenzialmente fatale: l’infezione da Naegleria fowleri. Conosciuta come “ameba mangia-cervello”, questa minaccia microscopica trasforma un gesto di cura personale in un potenziale pericolo mortale.
Questa rassegna sottolinea le implicazioni dell’uso di acqua non trattata per l’irrigazione nasale, evidenziando l’importanza critica della scelta dell’acqua come mezzo di prevenzione della meningoencefalite amebica primaria (PAM).

Parole chiave: Naegleria fowleri, irrigazione nasale, infezione

 

Introduzione

Naegleria fowleri, un’ameba termofila a vita libera, è l’agente eziologico della meningoencefalite amebica primaria (PAM), una patologia rara ma quasi universalmente fatale1. La Naegleria fowleri esiste in tre stadi: cisti, trofozoiti e flagellati, con i trofozoiti che rappresentano la forma infettiva per l’uomo. Questa ameba preferisce ambienti caldi (27-37°C) e si nutre di batteri Gram-positivi e Gram-negativi, lieviti e alghe2. La trasmissione avviene quando l’acqua contenente Naegleria fowleri entra nel corpo umano attraverso le cavità nasali3, tipicamente durante attività che comportano l’immersione della testa in acqua o attraverso la pratica dell’irrigazione nasale con acqua contaminata1,4,5. Una volta nell’ambiente nasale, Naegleria fowleri migra verso il cervello attraverso il nervo olfattivo, penetrando la lamina cribrosa, una sottile barriera ossea perforata che separa la cavità nasale dal cervello. Questo percorso diretto verso il sistema nervoso centrale è ciò che rende l’agente patogeno particolarmente pericoloso1,2,4.

 

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