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Salute e Sanità

Mindfulness e self-compassion: dal cuscino del meditatore al lettino del pediatra, cosa dice la ricerca

11 Dic 2023
stress-medici

da Il Medico Pediatra rivista ufficiale della F.I.M.P.

 

In questo articolo, esploreremo il ruolo della mindfulness e della self-compassion nella professione medica, con particolare attenzione ai medici pediatri. Vedremo cosa sono queste due pratiche, quali sono le loro evidenze scientifiche e come possono essere applicate nella vita personale e professionale dei medici e dei loro pazienti. La professione medica, in particolare quella dei medici pediatri, comporta una serie di sfide uniche che possono influire sul benessere mentale e fisico dei professionisti. È fondamentale che i medici pediatri sviluppino strumenti efficaci per affrontare lo stress, preservare la propria salute mentale per poter fornire un’assistenza sanitaria di qualità, proteggersi dal rischio che lo stress ha sulle performance lavorative e sulla qualità della vita del professionista sanitario.

 

Cosa sono la mindfulness e la self-compassion?

Mindfulness, traduzione della parola in lingua Pali “sati”, ovvero “presenza mentale”, fu introdotta nel contesto scientifico occidentale da Jon Kabat-Zinn, biologo e professore emerito di medicina, che fondò la Stress Reduction Clinic e il Center for Mindfulness in Medicine, Health Care and Society presso la University of Massachusetts Medical School ormai più di quarant’anni fa. L’intenzione di Kabat Zinn era quella di portare le pratiche meditative in ambito ospedaliero, studiandone l’efficacia alla luce del metodo scientifico e di fatto introducendone le prassi nei trattamenti clinici di patologie organiche e psicologiche.

Mindfulness può essere definita come la capacità di prestare attenzione al momento presente con un’attitudine di apertura, curiosità e accettazione. Si tratta di una pratica che può essere allenata attraverso esercizi di meditazione e consapevolezza che Kabat Zinn ha inserito in un protocollo chiamato Mindfulness-Based Stress Reduction (MBSR).

La self-compassion, d’altra parte, sebbene giunta più di recente all’attenzione della comunità scientifica porta sul campo analoghe intenzioni: come può la pratica della gentilezza\amorevolezza con se stessi avere rilevanza misurabile nel contesto della medicina moderna? Kristin Neff, agli inizi del 2000, definisce self-compassion come la capacità di trattare se stessi con gentilezza e comprensione di fronte alle difficoltà, agli errori e alle sofferenza, così come saremmo portati a trattare una persona cara di fronte alle stesse sofferenze. È il riconoscimento della propria sofferenza come parte dell’esperienza umana comune e l’offerta di sostegno e conforto a se stessi. La self-compassion può essere coltivata attraverso una serie di pratiche, che Kristin Neff ha inserito in un protocollo chiamato Mindful Self-Compassion (MSC).

 

Quali sono le evidenze scientifiche di queste due pratiche?

Moltissimi studi hanno dimostrato che la mindfulness può ridurre lo stress, l’ansia, la depressione, il burnout e migliorare la qualità della vita, la salute fisica e mentale, la resilienza, l’empatia e la comunicazione. Le ricerche su mindfulness ne hanno dimostrato gli effetti non solo in ambito psicologico ma a tutto spettro, dalla struttura del cervello, alla fisiologia del corpo fino a livello molecolare nelle catene del DNA. Numerose ricerche hanno evidenziato come anche la self-compassion abbia un impatto positivo sulla salute mentale e fisica, favorendo una maggiore regolazione emotiva, autostima, ottimismo e felicità. Mindfulness e self-compassion sono capacità complementari che interagiscono per promuovere il benessere psicologico e fisico.

 

L’applicazione nella vita personale e professionale dei medici pediatri

Mindfulness e self-compassion possono essere strumenti potenti per i medici pediatri per gestire le sfide professionali, migliorare la qualità dell’assistenza sanitaria che offrono e della loro vita personale e possono essere facilmente integrate nel corso della vita quotidiana. Per coltivare mindfulness e self-compassion infatti non esistono solo pratiche cosiddette “formali”, ovvero momenti in cui bisogna meditare sul cuscino, perché essendo la mindfulness e la self-compassion due attitudini, si possono praticare anche durante il corso della giornata con meditazioni cosiddette “informali”, ovvero azioni quotidiane intenzionali che anche nella loro brevità possono avere un effetto potente.

Per esempio, durante una giornata lavorativa con ritmi troppo veloci, il pediatra potrebbe utilizzare una breve pratica di mindfulness per non farsi sopraffare dalla sensazione di urgenza di tutto ciò che resta ancora da fare (pazienti in ambulatorio, richieste di altri pazienti via whatsapp, rapporti con colleghi, ecc.), riuscendo a vedere con un po’ più di prospettiva cosa è veramente importante fare e cosa si può tralasciare, e prendendo magari atto della propria fatica in quel momento della giornata. Ad esempio, a volte è sufficiente portare l’attenzione alla sensazione del contatto dei piedi sul terreno mentre si fa qualche passo, magari sintonizzando il passo in armonia con il ritmo del respiro. Oppure, anche semplicemente da seduti alla scrivania, si può invitare l’attenzione a contattare le sensazioni somatiche del respiro, riaccompagnando la mente al corpo ogni volta che si nota di essere distratti. Questo movimento di andata e ritorno, dalla sensazione fisica del respirare alle innumerevoli distrazioni della mente, si fa via via più lento, come onde del mare sulla spiaggia che un po’ alla volta vanno acquietandosi, fino a ritrovarsi in uno stato mentale e fisico più raccolto, accogliente e meno reattivo.

A quel punto anche una breve pratica di self-compassion, potrebbe dare una prima risposta alla fatica che si sente, nel modo che sente più adatto per se stesso in quel momento, che può essere anche solo prendersi il tempo per bere con calma un bicchiere d’acqua o fare qualche respiro addominale. Nei protocolli di self-compassion, ad esempio, si insegna come il semplice respirare e portare le mani in contatto con il corpo possa indurre una reazione di rilassamento, tipica di tutti i mammiferi che si sono evoluti per sopravvivere in relazione di prossimità e contatto con i propri simili (membri del branco, caregivers). Al contatto fisico, sia che avvenga con gli altri che con se stessi, segue una pressoché immediata risposta del sistema parasimpatico nella direzione antitetica alle attivazioni conseguenti allo stress. Anche qualche minuto di questa pratica può avere un effetto riscontrabile, invitiamo il lettore a fermarsi un po’ nella lettura e verificare da sé!

Questi brevi momenti di mindfulness e self-compassion serviranno a offrire al pediatra uno spazio per tornare a sé e alla sua esperienza, ciò gli permetterà di essere più presente per i pazienti successivi e per la sua vita al di fuori dell’ambulatorio.

 

Come integrare la mindfulness e la self-compassion nella vita personale e professionale?

Il progetto “Italia Mindfulness” offre pratiche di meditazione gratuite e online, condotte in piccolo gruppo da istruttori certificati. I gruppi sono aperti a tutti, anche a chi non ha esperienza. Diversi esempi di pratica di mindfulness, in formato audio e video, sono disponibili inquadrando con il proprio smartphone i QRcode posti a chiusura dell’articolo che conducono sia al sito www.italiamindfulness.it, che ai suoi canali video YouTube e Vimeo.

Una possibilità accessibile e compatibile con i ritmi della professione medica per integrare la mindfulness e la self-compassion nella vita personale e professionale è quella di partecipare a programmi basati sulla mindfulness e sulla self-compassion, comunemente descritti in letteratura come Mindfulness Based Interventions (MBIs). Alcuni esempi sono il Mindfulness-Based Stress Reduction (MBSR), il Mindful Self-Compassion (MSC). Entrambi questi programmi prevedono incontri settimanali con un istruttore qualificato dove è possibile prendere familiarità con diverse pratiche, sia formali che informali, in modo che la persona possa poi scegliere quali siano quelle di maggior beneficio da integrare nelle proprie giornate.

 

Conclusioni

In conclusione, un imponente numero di pubblicazioni scientifiche evidenzia come la mindfulness e la self-compassion siano risorse preziose per i medici pediatri, che possono contribuire a migliorare il loro benessere personale e professionale, nonché la qualità dell’assistenza sanitaria che offrono ai loro pazienti. L’integrazione di queste pratiche può fornire ai medici pediatri strumenti efficaci per affrontare lo stress e le sfide quotidiane, favorendo una maggiore attenzione, accuratezza, competenza, compassione e fiducia nei confronti dei pazienti e di se stessi (?).

 

Bibliografia di riferimento

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