Update per il Pediatra
COVID-19

Long-Covid pediatrico: le prime linee guida

19 Ott 2022

a cura di Piercarlo Salari, pediatra e divulgatore medico scientifico – Milano

 

 

Dopo la prima ondata pandemica, da cui è stata maggiormente colpita la popolazione adulta rispetto a quella pediatrica, si sono evidenziate sempre di più situazioni cliniche post-infettive caratterizzate dalla persistenza di particolari disturbi, che sono stati successivamente codificati nel contesto del Long-Covid. Un nuovo quadro sindromico, per così dire, che ha sollevato nei pediatri alcune preoccupazioni per ragioni non tanto legate all’impatto epidemiologico, peraltro non ancora ben definito, quanto alle possibili difficoltà diagnostiche e soprattutto gestionali. È dunque importante segnalare che sono state recentemente pubblicate dall’American Academy of Physical Medicine and Rehabilitation (AAPM&R) due nuove linee guida per il trattamento dei pazienti affetti da Long-Covid, di cui una specificamente dedicata a bambini e adolescenti che riportano sequele a lungo termine e un’altra per i pazienti con disautonomia.

 

Sintesi panoramica del Long-Covid

I sintomi del Long-Covid, nella fascia d’età compresa tra 0 e 14 anni, interessano il 40% circa dei guariti da Sars-CoV-2 e durano almeno 2 mesi (a seconda delle casistiche, però, i dati variano al 4 al 66%): li ha sistematizzati il più grande studio condotto finora sulla sindrome post-infezione negli under 14, basato su una survey che ha coinvolto oltre 11mila bambini. I disturbi più frequenti sono stati:

  • sbalzi d’umore, eruzioni cutanee e dolori di stomaco fra gli under 3;
  • sbalzi d’umore, difficoltà a ricordare o a concentrarsi ed eruzioni cutanee fra i 4-11enni;
  • affaticamento, sbalzi d’umore e difficoltà di memoria o concentrazione fra i 12-14enni.

I fattori di rischio più rilevanti per lo sviluppo di Long-Covid sembrano essere un’età più elevata, il sesso femminile e la presenza di allergie. Più in generale si può quindi affermare che i sintomi più comuni del Long-Covid pediatrico sono un marcato affaticamento, difficoltà di attenzione, mal di testa, disturbi del sonno, febbre persistente, ansia e depressione.

 

Le indicazioni della guida

La guida propone indicazioni su come valutare e classificare i casi di Long-Covid e delinea criteri e metodologie di approccio, tra cui anche strategie non farmacologiche quali accorgimenti nutrizionali e abitudini o provvedimenti comportamentali, come per esempio il mantenimento di un adeguato stato di idratazione e l’importanza di favorire la regolarizzazione del ritmo sonno-veglia. La struttura del documento, frutto di una consensus interdisciplinare, è molto schematica e facilita pertanto una rapida e mirata consultazione: dopo una disamina dei sintomi generali, la trattazione entra nel merito delle problematiche psico-comportamentali (ansia, depressione, somatizzazioni e disturbo post-traumatico da stress), dei possibili sintomi di interesse neurologico, tra cui le cefalee, pneumologico, cardiologico, otorinolaringoiatrico (disgeusia e anosmia in particolare), muscoloscheletrico e gastroenterologico, con un intento, ove necessario, di supporto al clinico nella differenziazione tra una possibile sequela del Covid e la progressione di una condizione patologica preesistente. Altre due raccomandazioni contenute all’interno del documento meritano di essere valorizzate: le indicazioni per la ripresa dell’attività fisica – fondamentale per contrastare la stanchezza e mantenere il trofismo muscolare – all’insegna della gradualità e della personalizzazione in relazione alla capacità e alle condizioni psicofisiche del singolo individuo e la precisazione che il Long-Covid non va considerato né rappresenta una controindicazione alla vaccinazione contro il SARS-Cov-2 o al suo richiamo.

 

Osservazioni conclusive

Gli autori dell’AAPM&R sottolineano che il riconoscimento dei sintomi di Long-Covid è in aumento e proprio per questo ritengono opportuno richiamare l’attenzione su due aspetti di utilità pratica per il pediatra: da un lato l’estrema variabilità del fenotipo clinico, che può essere circoscritto soltanto a uno o due disturbi oppure a una più ampia costellazione sintomatologica; dall’altro l’importanza di verificare caso per caso se un determinato sintomo sia realmente ascrivibile alla pregressa infezione da SARS-Cov-2. In attesa, infatti, di una più accurata caratterizzazione della patogenesi delle varie manifestazioni, va sottolineato che alcune di esse hanno registrato una prevalenza elevata anche fra bambini non affetti dal Covid. Un’ultima raccomandazione, infine, invita poi a prestare particolare attenzione ai bambini in condizioni di maggiore vulnerabilità sociale, ai quali è fondamentale garantire equità di accesso alle cure.

 

Fonti

  • Malone LA, Morrow A, Chen Y, et al. Multi-disciplinary collaborative consensus guidance statement on the assessment and treatment of postacute sequelae of SARS-CoV-2 infection (PASC) in children and adolescents. PM&R 2022 Sep 28:10.1002/pmrj.12890.  https://doi.org/10.1002/pmrj.12890
  • Kikkenborg Berg S, Dam Nielsen S, Nygaard U, et al. Long COVID symptoms in SARS-CoV-2-positive adolescents and matched controls (LongCOVIDKidsDK): a national, cross-sectional study. Lancet Child Adolesc Health 2022;6(4):240-248. https://doi.org/10.1016/S2352-4642(22)00004-9
  • Filippatos F, Tatsi EB, Michos A. Post-COVID-19 syndrome in children (Review). Exp Ther Med 2022;24(4):609. https://doi.org/10.3892/etm.2022.11547

 

 

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