Update per il Pediatra
Malattie Respiratorie

L’asma nell’adolescente: uno sguardo approfondito sull’impatto fisico ed emotivo

27 Nov 2023

Da Rivista Italiana di Allergologia e Immunologia Pediatrica, organo ufficiale SIAIP

 

Abstract

L’asma è una condizione cronica che colpisce milioni di adolescenti in tutto il mondo e che compromette il loro benessere fisico e psicosociale. Questa revisione esamina come l’asma impatta i molteplici aspetti dell’adolescenza per comprendere quali sfide i ragazzi debbano affrontare e le implicazioni per la loro qualità complessiva della vita: a partire dalle limitazioni nelle attività fisiche per arrivare a capire come si instauri l’effettiva diminuzione della funzionalità polmonare, l’interferenza con lo sviluppo polmonare e con le attività cerebrali. I sintomi persistenti possono ad esempio interrompere il sonno e portare a scarso rendimento scolastico. Inoltre, il carico psicosociale dell’asma sugli adolescenti è ugualmente significativo. Vivere con una condizione cronica può portare a un aumento dello stress, dell’ansia e dell’isolamento sociale, con un impatto sull’autostima e sulla salute mentale generale. Gli adolescenti con asma possono anche sperimentare la stigmatizzazione o l’esclusione dei coetanei a causa della loro condizione, esacerbando ulteriormente il disagio emotivo. È essenziale un approccio globale alla gestione dell’asma negli adolescenti. L’ottimizzazione dei piani di trattamento attraverso cure personalizzate e piani d’azione, può migliorare il controllo dei sintomi e mitigare i limiti fisici. Inoltre, fornire informazioni e un sostegno adeguati agli adolescenti e alle loro famiglie promuove l’adesione ai regimi terapeutici, consentendo ai giovani di assumere il controllo della propria salute. Affrontare gli aspetti psicosociali del carico dell’asma richiede uno sforzo collaborativo che coinvolga operatori sanitari, scuole e reti di supporto. Gli interventi psicosociali, come la terapia cognitivo-comportamentale e i gruppi di sostegno tra pari, offrono strumenti preziosi per migliorare le strategie di coping e promuovere la resilienza negli adolescenti che affrontano le sfide emotive legate all’asma. In conclusione, l’asma compromette negli adolescenti la dimensione fisica e psicosociale, influenzando vari aspetti della loro vita quotidiana. Comprendere l’entità delle molteplici implicazioni dell’asma è fondamentale per fornire assistenza e supporti consapevoli e convincenti agli adolescenti, consentendo loro di completare felicemente la maturazione fisica ed emotiva mantenendo una buona cura dell’asma (aderenza, compliance) ed evitando rischi per il futuro sviluppo di BPCO. Un buon piano sanitario e di gestione può consentire agli adolescenti di condurre una vita appagante e raggiungere il loro pieno potenziale.

Parole chiave: asma, adolescenza, sistema immunitario, influenze neuro-ormonali, gender medecine, obesità, dipendenze, esercizio fisico, step-care, approccio multidisciplinare

 

Introduzione

Ormai sappiamo con certezza che l’asma e lo wheezing della prima infanzia sono o possono essere la spia di un difetto di maturazione polmonare che porta in prima istanza all’asma, ma che in età adulta può contribuire allo sviluppo di broncopneumopatia ostruttiva, una delle più frequenti malattie croniche invalidanti 1.

Una buona cura dell’asma ha quindi ricadute non solo a breve termine, come benessere individuale, ma anche a lungo termine nell’ambito della medicina sociale per ridurre le invalidità e il rapido declino funzionale respiratorio da broncopneumopatia cronica in età adulta/senile. In questo senso la responsabilità dei pediatri è molto gravosa.

Nella consapevolezza dell’importanza di una buona gestione dell’asma, sono fiorite linee guida per la gestione dell’asma in ogni nazione e promosse da ogni società scientifica che se ne interessi nel mondo. Di fatto ha avuto grande diffusione il protocollo operativo GINA (Global INitiative for Asthma) supportato dal National Institutes of Health (NIH) e dalla World Health Organization (WHO) che dal 1993 fornisce raccomandazioni e direttive per la maggior parte dei casi basate su sostanziali evidenze scientifiche che deve la sua enorme diffusione non solo all’autorevolezza degli estensori ma anche alla sua attualità: rispetto alla lentezza con cui vengono aggiornate le altre linee guida, il Documento GINA viene aggiornato ogni anno e recepisce subito ogni nuova evidenza o suggestione emerga dalla nella letteratura internazionale 2.

In ogni caso tutte le linee guida locali, nazionali e internazionali, hanno enormemente contribuito alla diffusione della cultura dell’asma e all’adeguamento dell’approccio terapeutico e gestionale da parte dei medici di medicina generale e dei pediatri di famiglia, mantenendo rigorosamente distinte le indicazioni sia diagnostiche che gestionali per l’età pediatrica e per quella adulta.

Il fine di tutti questi documenti, che peraltro si differenziano come ben sappiamo per pochi dettagli e sono sostanzialmente sovrapponibili per schemi di intervento, è il controllo della malattia e delle recidive per consentire una vita normale e una qualità della vita buona. Ogni valutazione prende ovviamente l’avvio dall’accurata valutazione clinica che comprende non solo la dettagliata anamnesi, l’esame obiettivo e i test diagnostici appropriati che consentono l’inquadramento del tipo di asma e quindi l’applicazione della terapia, ma anche la valutazione nel tempo della risposta al trattamento. Nella gestione dell’asma basata sul controllo, i trattamenti – farmacologico e non farmacologico – vengono intramezzati da periodiche rivalutazioni e revisioni da parte di personale adeguatamente preparato (Fig. 1). L’accuratezza della revisione dipende anche dal continuo aggiornamento dei protocolli di diagnosi e cura che devono acquisire immediatamente e inserire nel piano ogni nuovo presidio terapeutico, ogni nuovo marcatore biologico che si sia rivelato utile e predittivo del rischio di recidive o di complicanze o del rischio di tossicità da farmaci 3.

 

 

La terapia varia ed è differenziata per età, tuttavia lo schema, come è ben noto, rimane sostanzialmente invariato: graduale aumento o diminuzione del numero e della dose dei farmaci al fine del raggiungimento del controllo ottimale dei sintomi, con un approccio step-care in cui la terapia antinfiammatoria a base di corticosteroidi somministrati per via inalatoria (ICS) rappresenta la pietra miliare. Anche se apparentemente questo approccio ha ottenuto risultati molto buoni, con un discreto controllo della malattia in molti pazienti, in età pediatrica abbiamo evidenze molto preoccupanti: nelle più recenti survey sull’asma pediatrico, emerge che oltre il 60% dei pazienti pediatrici, pur in trattamento presso centri pediatrici qualificati, rimangono sintomatici con scarso controllo dell’asma 4,5. Una delle difficoltà maggiori nell’applicazione della terapia (ovvero nel rispetto delle prescrizioni del medico da parte della famiglia/paziente) è legata alla difficoltà di far partecipare pazienti e famiglie alla gestione della malattia con conseguente bassa aderenza terapeutica e soprattutto scarsa capacità di valutare in modo appropriato la gravità dei sintomi e di conseguenza di calibrare la terapia 6. Nemmeno la valutazione oggettivo/soggettiva della qualità della vita, notoriamente alterata in misura profonda nell’asma, ha potuto contribuire ad aumentare la consapevolezza dei pazienti.

Oggi, alla luce di questa unica ed eccezionale opportunità di ridurre la prevalenza di pneumopatie croniche in età matura, sta ai pediatri soprattutto di trovare strategie nuove o di migliorare quelle vecchie, consapevoli del profondo mutare dei tempi e quindi della necessità di trovare linguaggi e approcci comprensibili e condivisibili da un pubblico estremamente variegato, per età, cultura, sensibilità. Tuttavia, mentre per i pazienti in età infantile il pediatra è per sua natura portato a triangolare i messaggi con i bambini-genitori, per i pazienti in età adolescenziale non è preparato ad affrontare i problemi in modo consono e certamente non è un approccio facile, proprio per l’estrema delicatezza dell’età e i continui, anche repentini cambiamenti somatici, cognitivi e psicologici dell’adolescente.

Nell’ambito di queste trasformazioni, la maturazione e lo sviluppo polmonare giocano un ruolo fondamentale nel plasmare la salute e il benessere degli adolescenti. Mentre questi giovani sono impegnati ad accogliere le sfide del mondo che li circonda, i loro polmoni subiscono silenziosamente e impercettibilmente la fisiologica metamorfosi, che permetterà loro di respirare più profondamente ed esplorare così i limiti del proprio corpo e le infinite possibilità della vita. Per alcuni di loro tuttavia questa sinfonia è interrotta da una condizione che colpisce milioni di persone in tutto il mondo: l’asma. Quando esordisce a questa età è come se una tempesta inaspettata alterasse ogni loro esperienza, gettando un’ombra su quotidianità e sogni. Ma anche quando la sintomatologia era preesistente, l’età dell’adolescenza rende i ragazzi particolarmente vulnerabili e le ricadute, soprattutto quando frequenti, costituiscono una fonte non solo di malessere, ma anche di ansia e di preoccupazione: un handicap particolarmente pesante, al limite dell’inaccettabile. Gli adolescenti con l’asma devono affrontare sfide uniche, esacerbate dalla loro preoccupazione per l’immagine corporea, lo sviluppo dell’identità personale, la necessità di accettazione tra pari e la tentazione verso comportamenti a rischio. I giovani con malattie croniche spesso enfatizzano la necessità di un’assistenza centrata sulla persona, piuttosto che un’assistenza centrata sulla condizione e potrebbe essere proprio il punto di forza per coinvolgere il giovane a ragionare sull’impatto dell’asma sulla sua vita e a motivarlo in modo personalizzato ponendo obiettivi condivisi.

E in questo processo di condivisione è fondamentale che il pediatra conosca a fondo quali sono i mutamenti somatici e psichici dell’adolescente e quale impatto ha l’asma su tutte le complesse componenti dello sviluppo. Solo con queste conoscenze, che qui di seguito verranno dettagliate punto per punto, gli operatori sanitari potranno strutturare un piano di intervento che utilizzi tutte le risorse disponibili – mediche e non – accettate dalle linee guida e personalizzate (ovvero rispondenti alle esigenze e alle attitudini di quell’adolescente) con l’obiettivo di controllare l’asma in modo che pur continuando a far parte della vita del paziente, non ne possa influenzare il destino.

 

 

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