Update per il Pediatra
Salute Digitale

La salute digitale e il colloquio motivazionale con i genitori

10 Lug 2024
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La FIMP – Federazione Italiana Medici Pediatri ha realizzato la Guida “Bambini e adolescenti in un mondo digitale”, rivolta a medici, pediatri, genitori ed educatori. Questo documento, realizzato con la collaborazione di medici esperti, ha come obiettivo quello di fornire degli strumenti concreti per educare le famiglie e per promuovere una maggiore consapevolezza sull’uso equilibrato delle tecnologie digitali, creando così un percorso educativo condiviso che favorisca il benessere psicofisico e relazionale dei giovani.


 

 

La salute digitale è trasversale a genitori e figli. Da più parti si pone l’accento sui rischi per la salute dei ragazzi, specie adolescenti: l’ultimo appello, nel maggio del 2023, a prestare attenzione al problema arriva dal Ministero della Salute degli USA che, tramite la voce del Surgeon General’s Advisory Vivek Murthy, invita le autorità a mantenere l’allerta sui possibili danni causati agli adolescenti dall’esposizione massiva ai social network. Come coinvolgere i genitori alla giusta causa di applicare principi di precauzione all’uso indiscriminato dei social devices dei loro figli? Si potrebbe ridurre la risposta a un semplice invito, molto chiaro e utile in molte altre occasioni: “cari genitori, siate un esempio per i vostri figli!”, “non date in mano cellulari ai bambini fino ad almeno 12 anni!” Del resto, se fin da piccoli i nostri ragazzi osservano madre e padre armeggiare costantemente col telefonino, non tanto per ricevere o fare una telefonata, quanto per chattare in qualsiasi momento e controllare ogni 5 minuti l’arrivo di nuove notifiche sullo smartphone, è difficile pensare di introdurre divieti o restrizioni! Quindi motivare come pediatri un genitore a porre attenzione al problema dovrebbe passare da un franco discorso sulla modalità di impiego del cellulare di ciascun componente della famiglia. L’approccio può avvenire in qualsiasi momento del colloquio con i genitori. Quali spunti di colloquio possono bastare la novità del messaggio poc’anzi citato, quello appunto che ha avuto eco sui giornali, oppure un fatto di cronaca in cui si ha notizia di adolescenti adescati in chat porno o in situazioni di tentativi di autolesionismo da dipendenza da siti social. Oppure potrebbe essere utile affrontare il discorso approfittando di momenti opportuni di riflessione legati al “bilancio di salute digitale”, fin dal primo anno di vita, in base ai suggerimenti di questa guida. Del resto l’età di impiego autonomo del cellulare da parte di un preadolescente si sta abbassando sempre di più, complice anche il mondo della scuola che prevede invio di comunicazioni e compiti tramite accesso a siti istituzionali scolastici per i genitori e poi esteso anche alle ragazze e ragazzi fin dalle primarie e sicuramente dilagante dalle primarie di secondo grado in su. È difficile non sentire un genitore, tra quelli attenti a evitare l’uso indiscriminato del cellulare al figlio, che con dispiacere deve cedere quando ormai si rende conto che suo figlio rimane l’unico a 10 anni a non possedere uno smartphone personale! Per tornare al modello motivazionale, ci viene in aiuto il percorso al cambiamento in 6 fasi applicabile a situazioni di varia natura coniato da Prochaska, Norcross e DiClemente, rappresentato nella Figura 1.

 

 

1. Precontemplazione: il paziente non ha contemplato la possibilità di avere un problema. L’operatore ha il ruolo di insinuare il dubbio, fornire informazioni e individuare vantaggi e svantaggi dell’attuale comportamento: nel nostro caso qualsiasi cambiamento di abitudini o inizio di modificazione di attenzione a un problema può avvenire a patto che venga superata la fase di precontemplazione, intesa come un intervallo di tempo in cui l’azione prevista – in questo caso porre attenzione al tema device, social e bambini e agire di conseguenza – non è minimamente all’ordine del giorno dei genitori, che non avvertono il problema. Ecco allora che il pediatra attento deve cogliere le finestre utili di intervento quando l’attenzione al tema in qualche modo ha coinvolto o coinvolgerà la famiglia. Soltanto in questo contesto possono applicarsi strategie di counselling favorevoli a coinvolgere i genitori a considerare i rischi della salute mentale del figlio a contatto con i device.

2. Contemplazione: il paziente riflette sul problema senza impegnarsi ancora nel cambiamento. L’operatore deve far pendere l’ago della bilancia nella giusta direzione, aiutando il paziente a riconoscere i pensieri disfunzionali e migliorando la sua autostima e autoefficacia. Nel nostro contesto il pediatra porrà l’attenzione al rapporto di conflitto che si può instaurare tra il figlio e i genitori se questi pensano di negare o limitare le ore di contatto social senza discussione o argomentazione: è in questa fase che deve essere chiaro al genitore il ruolo di “fotocopia” che esercita nei confronti del bambino: qualsiasi cambiamento o regola deve passare da una condivisione di alcune misure, come ad esempio, evitare il cellulare a tavola: regola che impegnerà l’intera famiglia.

3. Determinazione: il paziente ha intenzione di cambiare, ma non sa come. L’operatore ha il compito di delineare con il paziente le strategie del cambiamento e di aiutarlo a misurare le sue forze prima di entrare in azione. I genitori vogliono agire, informare il figlio dei limiti e dell’uso dei device, dei tempi di esposizione, ma hanno bisogno di informazioni da parte del pediatra su come affrontare la discussione in famiglia.

4. Azione: il paziente modifica il comportamento per superare il problema e l’operatore aiuta il paziente a mettere in atto le strategie. Questa è la fase in cui i genitori si applicano a far osservare le regole, ma anche a collaborare alle stesse, soprattutto quando la situazione sembra sfuggire di mano: il figlio si ribella, vuole avere sempre accesso ai social, non accetta i consigli. In questo contesto molto spesso il pediatra può supportare la famiglia dando indicazioni di alleanze con altri genitori che affrontano lo stesso problema con i figli; spesso nascono gruppi di genitori, inizialmente su iniziativa spontanea nel contesto scolastico, che poi si strutturano e condividono preoccupazioni e anche strumenti di sostegno reciproco. Un aspetto importante è che i genitori non si sentano soli in questi frangenti e trovino solidarietà tra pari, non solo nella figura del pediatra. Ne è un esempio il network www.pattidigitali.it, gruppo di esperti e di genitori costituitosi nel 2022 e attivo per promuovere la cultura dell’uso giudizioso dei social specie tra gli adolescenti.

5. Mantenimento: il paziente deve rendere stabile il cambiamento prevenendo la ricaduta. L’operatore identifica le strategie per prevenire la ricaduta e aumenta l’assertività del paziente. Nel nostro caso il pediatra potrà ritornare sull’argomento figli e smartphone verificando se la situazione familiare è sotto controllo, ad esempio con l’introduzione di regole come “no smartphone a tavola e no a letto”.

6. Ricaduta: fatto normale che avvicina alla guarigione. L’operatore deve cercare di riavviare il processo di contemplazione: possono subentrare incidenti di percorso o screzi tra figli e genitori, ma anche se capitano ricadute, la possibilità di fare rete, di avere il pediatra a disposizione e di sapere dove trovare sostegno sono fattori utili a mantenere attivi gli impegni.

In conclusione motivare i genitori è un’azione a tappe e progressiva ed è un modo per incentivare il loro empowerment, la consapevolezza dei cambiamenti possibili per la salute dei loro figli, accompagnandoli in un percorso di rete dove il pediatra, gli insegnanti e i gruppi di genitori collaborano a ridurre i rischi relativi alla salute mentale dell’infanzia.

 

 

 

LEGGI LA GUIDA FIMP “BAMBINI E ADOLESCENTI IN UN MONDO DIGITALE”

 

 

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