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Salute e Sanità

La comunicazione scientifica: com’è cambiata agli occhi del Pediatra

22 Giu 2022

 

In occasione del 150° anniversario di Pacini Editore abbiamo posto alcune domande sull’evoluzione della comunicazione scientifica in Pediatria al dott. Antonio D’Avino, presidente Fimp.

 

Qual è la rilevanza della comunicazione scientifica nell’attività del pediatra?

Possiamo affermare che la comunicazione scientifica svolge un ruolo centrale nell’esercizio professionale del pediatra che sin dalla presa in carico del neonato instaura con la famiglia del proprio assistito un rapporto che durerà almeno 14 anni. Servono perciò conoscenze e competenze per gestire il dialogo non soltanto con i genitori ma anche con i colleghi e gli altri specialisti. In definitiva la comunicazione scientifica è basilare per quanto riguarda sia il trasferimento di messaggi educazionali, corroborandoli con dati ed evidenze della letteratura, sia l’aggiornamento professionale, oggi più che mai necessario a fronte del rapido progresso della ricerca e della notevole velocità con cui le notizie si diffondono anche nell’ambito clinico.

 

Come si è evoluta la comunicazione scientifica?

L’evoluzione della comunicazione scientifica è stata a dir poco impressionante, sia per quantità di informazioni sia per qualità, velocità e modalità. In passato, per esempio, la velocità di rinnovamento delle nozioni era molto più lenta e anche l’avanzamento della ricerca procedeva con ritmi meno serrati. Oggi, invece, ogni giorno viene pubblicata una miriade di nuovi articoli in sottospecialità del tutto differenti e strettamente connesse alla sfera di interesse del pediatra, che deve cercare di mantenersi aggiornato su numerosi fronti: sia per proprio bagaglio personale sia per rispondere alle richieste di genitori che spesso, grazie alle nuove tecnologie, si documentano sottovalutando il rischio di dare credito a fonti non autorevoli o di sviluppare proprie convinzioni del tutto opinabili. Inoltre, oggi sarebbe impensabile non sfruttare i canali social e le tipologie di comunicazione che consentono di raggiungere con estrema immediatezza le famiglie: lo dimostra il fatto che durante la pandemia molti pediatri di famiglia hanno fatto ampio uso di messaggistica istantanea, telemedicina, televisita e teleconsulto, riuscendo in questo modo a seguire da vicino i pazienti affetti da Covid che altrimenti non avrebbero potuto ricevere l’assistenza di cui avevano necessità. Le tecnologie digitali rappresentano perciò un punto di forza dell’emergenza pandemica, nella quale hanno permesso al pediatra di poter essere presente ogni giorno a casa dei pazienti, monitorandone le condizioni cliniche.

 

Quali sono gli attuali bisogni informativi del pediatra?

Oggi il pediatra deve stare al passo con i tempi sia nella gestione di una vasta mole di notizie sia nella capacità di riprogrammare la propria attività. Stanno infatti cambiando i modelli organizzativi: il PNRR e il DM 71 determineranno notevoli variazioni rispetto agli schemi a cui eravamo abituati. Nel contesto di questo nuovo scenario si impone così al pediatra di ripensare la propria attività con assetto e modalità nuovi: la comunicazione acquista un ruolo preminente e deve anch’essa riadattarsi ai bisogni di salute emergenti e alle modalità tecniche più avanzate. I social potranno così diventare un importante strumento a disposizione del professionista per dialogare in tempo reale con le famiglie, veicolare messaggi scientifici e integrare in definitiva, migliorandone la qualità, le proprie prestazioni professionali. Da qui la necessità di strumenti editoriali rinnovati, approntati con l’obiettivo specifico di soddisfare contemporaneamente più aspettative, da un rapido aggiornamento sui temi di attualità alla proposta di strategie integrate di diagnosi e cura, non senza perdere di vista la semeiotica tradizionale, criteri di farmacoeconomia, normative e diritti dei pazienti.

 

Come si declina l’impegno di Fimp nella comunicazione?

L’attività di Fimp segue un duplice orientamento: quello della comunicazione interna, dedicata ai quadri sindacali regionali e provinciali, con l’impiego di newsletter e strumenti per così dire più tradizionali e consolidati, e quello rivolto all’esterno, ossia alle famiglie e alle istituzioni. Teniamo particolarmente, per esempio, a mantenere un rapporto proattivo e bidirezionale con il Ministero della Salute e con l’Istituto Superiore di Sanità al fine di un feedback continuo su iniziative e attività programmatiche, in cui la Fimp vuole essere costantemente presente per poter svolgere il proprio ruolo. A titolo di esempio è opportuno infatti ricordare che il pediatra del futuro avrà anche la possibilità di svolgere attività di ricerca e di vedersi formalmente riconosciuto il tempo ad essa dedicato. Anche questo importante cambiamento porterà a una revisione di modalità e strumenti di comunicazione, in particolare per quanto riguarderà la raccolta e l’elaborazione di dati: la pediatria di famiglia è infatti una risorsa preziosa, in grado di poter condurre studi di varia tipologia su un’ampia e diversificata platea di pazienti, con numerosità difficilmente reclutabili in altri ambiti assistenziali.

 

Cosa si prospetta per la Pediatria del futuro nell’era dei big data e del metaverso?

Il futuro si preannuncia ricco di innovazioni: basti pensare, per esempio, ai progressi delle tecnologie applicate alla medicina e alla possibilità di gestire ed elaborare un volume di dati inimmaginabile soltanto pochi anni fa. La pediatria di famiglia dovrà necessariamente prepararsi a questi nuovi sviluppi: da un lato, infatti, dovrà acquisire dimestichezza con nuovi strumenti che agevoleranno la diagnosi e la terapia di numerose malattie, dall’altro dovrà saper rinnovare in maniera flessibile ed efficace la propria operatività sul territorio. In questo processo, che rappresenterà una svolta epocale, la comunicazione sarà il fulcro sul quale si impernierà la professione del pediatra, che si troverà sempre più coinvolto in una gestione multidisciplinare dei propri pazienti e nella necessità di fornire risposte chiare, argomentate e scientificamente incontrovertibili a richieste di genitori sempre più attenti ed esigenti. In sintesi possiamo affermare che la comunicazione scientifica ha registrato negli ultimi decenni una profonda metamorfosi e nel prossimo futuro sarà una componente indissolubilmente integrata nella nuova caratterizzazione professionale del pediatra di famiglia, in un contesto di medicina di prossimità e fortemente orientata alla digitalizzazione.

 

 

 

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