Update per il Pediatra
Neuropsichiatria

Il Giornale di Neuropsichiatria dell’Età Evolutiva si rinnova

21 Lug 2022

Da Giornale di Neuropsichiatria dell’Età Evolutiva organo ufficiale SINPIA

 

Renato Borgatti1, Elisa Maria Fazzi2

1 Direttore GINPEE; 2 Presidente SINPIA

 

 

Aggiornamento scientifico del medico, formazione sui temi più attuali, possibilità di discussione ai fini di un miglioramento concreto della società: sono questi gli obiettivi primari del rinnovamento editoriale del Giornale di Neuropsichiatria dell’Età Evolutiva, organo ufficiale della Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (SINPIA). Attraverso diverse modalità di comunicazione e una selezione di contenuti originali, ogni fascicolo della rivista offre così a un numero sempre più ampio di neuropsichiatri molteplici spunti di dibattito e risposte a problematiche attuali, talvolta impellenti in un periodo storico particolarmente complesso come quello attuale, in cui la necessità di cure neuropsichiatriche risulta in continua crescita. Per il primo numero dell’anno è stato scelto come punto di partenza il campo delle Neuroscienze, un tema dinamico e capace di offrire numerosi spunti di riflessione.

 

Caro Lettore,

questo primo numero del 2022 del Giornale di NPIA oltre a caratterizzarsi per l’insediamento di un nuovo Comitato di Redazione e Direttore, vede l’avvio del nuovo Consiglio Direttivo SINPIA e della sua Presidente.

Convinti della fondamentale importanza, in questo preciso periodo storico, di una Società Scientifica come la SINPIA ci si è interrogati su quale veste dovesse avere il Giornale per veicolare tematiche e valori specificatamente nostri. Riteniamo infatti di poter offrire al dibattito, sia nazionale che internazionale, contributi originali che possono positivamente influenzare decisioni e linee di indirizzo sia in ambito politico che scientifico. Sul piano operativo però, pensare ad un palcoscenico nazionale o internazionale ci ha messo di fronte a scelte che richiedono linguaggi e strumenti molto diversi e, almeno in questo momento, difficilmente conciliabili. Alla fine, si è deciso di privilegiare la crescita ed il confronto all’interno della nostra Società Scientifica pensando di confezionare un prodotto che possa rispondere ai bisogni del maggior numero di neuropsichiatri in tema di aggiornamento e formazione sul campo. All’interno di una disciplina con interessi tanto ampi e variegati quale è la nostra, è plausibile chiedere al Giornale di essere agile strumento per offrire risposte pratiche ed aggiornate verso problemi emergenti ma anche occasione per ampliare lo sguardo e allargare la mente fornendo spunti, magari non convenzionali ma profondamente radicati nella filosofia dell’accoglienza e dell’unicità somatopsichica che da sempre caratterizza la Società Italiana di Neuropsichiatria Infantile.

È con questi plurimi obiettivi che si è pensato all’attuale format: casi clinici, trattati da specialisti in formazione o da giovani colleghi, come pretesto per rivedere letteratura e linee guida rispetto a specifici problemi; ripresentazione di studi, già pubblicati su riviste internazionali, ripresi sottoforma di agili interviste fruibili anche in modalità audio-video sul sito web della società, che informino dei risultati di ricerche di ampio interesse. Il contributo con Articoli originali è appannaggio delle Sezioni Scientifiche che dovrebbero garantire uno o due manoscritti, mentre alle Sezioni Regionali sono chiesti aggiornamenti e spaccati delle realtà in cui ci troviamo ad operare sul nostro variegato territorio nazionale. La parte dedicata alle Associazioni di Famigliari e a Recensione di libri completa le rubriche del giornale. Ogni numero si aprirà con un Editoriale a firma congiunta del Direttore e del Presidente che vuole essere un’opportunità per confermare consolidati punti fermi su cui si basa il nostro operare di clinici, ricercatori e formatori o al contrario stimolare un dibattito su temi per i quali è opportuno un aperto confronto.

Quale il punto da cui partire? Tra i tanti, per questo primo numero, abbiamo scelto Neuroscienze.

Il tumultuoso ed entusiasmante sviluppo che ha caratterizzato il campo delle neuroscienze tra la fine del secolo scorso e l’attuale consente oggi di guardare ad ogni patologia neuropsichica superando ed integrando la dicotomia tra innatismo e ambientalismo che invece ha caratterizzato la seconda metà del Novecento. Ormai partendo dall’eredità culturale lasciata dalla psicoanalisi, integrata con le conoscenze sul neurosviluppo, dalle osservazioni dell’infant research, dalle conoscenze sulla genetica e sulla epigenetica, dalle nuove acquisizioni in ambito neurofisiologico e di neuroimaging funzionale, dai contributi della neuroendocrinologia, nessun fenomeno clinico può essere più interpretato in modo semplicistico ed univoco. Oggi è acclarato che la malattia neuropsichiatrica, così come la salute, sono il risultato dell’interazione, intricata e variabile, di fattori neurobiologici ed emotivo-comportamentali che si estrinsecano a seconda delle fasi del neurosviluppo in cui avvengono espressi e condizionati dai fattori ambientali. Il modello bio-psico-sociale che ne deriva calza perfettamente con la nostra disciplina così come è stata immaginata al momento della sua fondazione più di 70 anni fa e dalla fondazione della SINPIA di cui nel 2021 abbiamo celebrato il 50mo anniversario. Un’altra peculiarità del modello neuropsichiatrico infantile è quello di mettere al centro non una patologia ma sempre una persona (o ancor più propriamente un bambino ed una famiglia) unità di cura imprescindibile a cui rivolgere le nostre attenzioni. Da qui il concetto, tanto caro alla neuropsichiatria infantile, del “farsi carico” dove il ruolo del medico non si esaurisce con l’atto medico ma anche con una visione sulle dinamiche dell’individuo, della famiglia e sui bisogni che si accompagna, a volte, all’intima dedizione verso la persona che soffre, spesso una delle motivazioni a base della nostra scelta professionale. È un modello questo che meriterebbe di essere esportato, conosciuto e dibattuto di più anche all’estero dove invece prevale una scissione neuro/psichica che facilmente rimanda ad una iperspecializzazione cui segue, spesso, una frammentazione delle interpretazioni etiopatogenetiche e conseguentemente della scelta delle terapie e degli interventi.

Mettere al centro la persona/il bambino e i suoi bisogni e, imprescindibilmente, la sua famiglia ci può aiutare a non disperderci e a orientare i nostri interventi di sostegno e aiuto anche in un momento difficile come quello che stiamo attraversando ora dove, come ampiamente documentano i dati epidemiologici raccolti sia a livello nazionale che internazionale, il bisogno di cure in ambito neuropsichiatrico è in grandissima crescita per numerosi fattori la cui analisi dovrebbe essere approfondita anche tramite un dibattito in queste pagine. L’aumento dei bisogni registrato negli anni più recenti deve essere messo solo in parte in relazione con la pandemia e con le restrizioni sociali ad essa correlate dato che curve di andamento descrivono una tendenza con aumento progressivo evidente già da almeno dieci anni.

Porsi come obiettivo “la cura” intesa come attenzione al benessere del bambino e della sua famiglia vuol dire alzare lo sguardo oltre una sanità troppo medicalizzata e scegliere di ancorarsi profondamente nel territorio secondo un approccio multidimensionale con un’equipe multiprofessionale che garantisca continuità e multidisciplinarità degli interventi da condursi nei contesti di vita con una forte integrazione tra strutture sanitarie, educative/formative e sociali. E questo a ribadire ancora una volta che il modello italiano di intervento nei disturbi neuropsichici dell’infanzia e dell’adolescenza è da sempre un modello assistenziale integrato ospedale-territorio, anticipatorio rispetto ai modelli ora emergenti, in cui più del 95% degli utenti sono seguiti esclusivamente a livello territoriale, con estrema attenzione ad evitare ricoveri inappropriati e istituzionalizzazioni. Ciononostante, è vero che soprattutto oggi, alcuni pazienti presentano necessità di ricovero estremamente specialistico, a cui spesso non riescono ad accedere per grave carenza di risorse soprattutto in alcune regioni. La disomogeneità della distribuzione delle risorse nel territorio nazionale è un grave problema su cui è importante attenzionare i decisori politici.

La SINPIA, anche attraverso il suo consiglio direttivo, ha bene in mente queste problematiche e si muove di conseguenza. Vorremmo anche dalle colonne di questo Giornale aprire il dibattito e puntare in questa direzione per il rinnovamento della nostra consapevolezza professionale da condividere con gli ambiti più istituzionali.

 

Visualizza i contenuti open access del fascicolo 1/22 del Giornale di Neuropsichiatria dell’Età Evolutiva

 

 

 

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