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Allergie

Il congresso SIAIP: uno sguardo al futuro per caratterizzazione, diagnosi e terapia delle malattie immunoallergiche

9 Mag 2022

a cura di Piercarlo Salari, pediatria e divulgatore medico scientifico – Milano

 

Dal 5 al 7 aprile, a Napoli, si è svolto (in presenza e in streaming) il XXIV Congresso Nazionale della Società Italiana di Allergologia e Immunologia Pediatrica (SIAIP) dal titolo suggestivo e consono alla cornice partenopea “Un vulcano di idee per i bambini”. Abbiamo chiesto al prof. Gian Luigi Marseglia, Presidente SIAIP e Direttore della Clinica Pediatrica dell’Università di Pavia, di commentare le principali risultanze emerse dall’evento.

 

Quali sono stati i riscontri e i temi principali del Congresso?

Il razionale con cui è stato organizzato il Congresso, pensato volutamente come un evento rivolto non soltanto agli specialisti ma anche e soprattutto “a misura di pediatra di famiglia”, è stato premiato da un’elevata partecipazione, soprattutto di giovani colleghi. Nell’ambito del vasto e ricco programma scientifico si possono individuare tre filoni portanti: gli sviluppi dell’immunogenetica nell’approccio diagnostico e terapeutico alle allergo- e immunopatie, gli aggiornamenti in merito al Covid e le nuove prospettive della nutraceutica.

 

Perché si parla sempre più spesso di immunogenetica?

La confluenza di genetica e immunologia ha portato alla possibilità di diagnosticare malattie del sistema immunitario in precedenza del tutto sconosciute e legate a difetti non soltanto quantitativi ma anche funzionali: in altre parole alcune condizioni sono causate non dalla mancanza ma dalla disfunzione di un componente, quale per esempio una cellula specifica o un anticorpo. Ricorrendo a un paragone visivo, il sistema immunitario può essere assimilato a una grande orchestra, nella quale gli strumentisti, se non ben coordinati, generano dissonanze. Grazie all’intelligenza artificiale, che permette di analizzare una mole enorme di dati, è possibile formulare una diagnosi allergologica a livello molecolare e caratterizzare sottogruppi di pazienti, arrivando così a prevedere, sulla base di algoritmi correlati al fenotipo clinico, l’evoluzione della malattia. In altri termini, per fare un esempio pratico, in un paziente allergico alle graminacee si può risalire alla precisa componente dell’allergene responsabile e, parallelamente, individuare un approccio altrettanto mirato e, soprattutto nei casi di maggiore complessità e gravità, in grado di incidere in maniera significativa sulla sintomatologia, migliorando la qualità di vita.

 

Quali spunti sono emersi in merito al Covid?

Innanzitutto sono state ormai chiarite le dinamiche fisiopatologiche alla base della MISC-C, la sindrome infiammatoria multi-sistemica e sono stati identificati i marker associati allo sviluppo di una forma grave di malattia, ma al tempo stesso si è compreso che un trattamento tempestivo con corticosteroidi e immunoglobuline è in grado di scongiurare le complicanze più temute. Un tema emergente è il long-Covid, che si è rilevato colpire anche i bambini dando luogo a stanchezza, tosse persistente, insonnia e difficoltà di concentrazione.

La SIAIP ha poi messo a punto delle linee guida sia per la gestione di pazienti con allergie nell’ambito della pandemia Covid, sia per quanto riguarda la gestione della vaccinazione anti-Covid nei soggetti allergici. Da un certo punto di vista il Covid ha trainato la ricerca. È stato anche grazie a scoperte fatte in pazienti affetti dal Covid che abbiamo potuto comprendere i meccanismi alla base delle nuove immunodeficienze, cioè di nuovi difetti del sistema immunitario.

 

Passando alla nutraceutica, quali novità si profilano nell’immediato futuro di interesse per il pediatra di famiglia?

Se ormai non ci stupiamo che per ridurre i livelli di colesterolo o di trigliceridi si possa ricorrere a prodotti naturali, è sicuramente una novità il fatto che degli estratti vegetali possano contribuire al controllo delle allergie. Eppure si è scoperto che alcuni principi vegetali hanno proprietà antiallergiche e antinfiammatorie.

Si tratta di antistaminici naturali, dotati di attività terapeutica assimilabile a quella dei farmaci, ma senza particolari effetti collaterali, come per esempio la sonnolenza: possono essere pertanto impiegati in maniera integrata nella cura di malattie come la rinite allergica, permettendo un risparmio di farmaci standard come gli steroidi nasali e gli antistaminici. I nutraceutici vanno quindi considerati e impiegati non come sostitutivi ma come coadiuvanti.

 

Si può fare riferimento a un’esperienza pratica sui nutraceutici in ambito allergologico?

Sì, e a tale riguardo sono emblematici i risultati che abbiamo ottenuto nella rinite allergica con una miscela di quercetina (Sophora Japonica) e perilla (Perilla Frutescens), entrambe dotate di una potente attività antistaminica e disponibili in una formulazione orale che consente il loro rilascio graduale. Il nostro studio randomizzato in doppio cieco controllato con placebo ha dimostrato che la somministrazione del nutraceutico si è associata a una riduzione della durata della terapia farmacologica classica e si è rivelata sicura e ben tollerata. Abbiamo inoltre osservato un mantenimento di tale effetto, che sostiene un nuovo razionale di impiego di questo mix, non più soltanto come coadiuvante, ma anche con finalità di prevenzione nei confronti dello sviluppo della sintomatologia.

 

In conclusione, come si può riassumere l’“eredità” del congresso?

Al di là della presentazione delle evidenze più recenti, l’evento ha consentito di spaziare dall’innovazione delle terapie immunoallergiche più avanzate alle problematiche della pratica clinica quotidiana, attraverso un approccio coinvolgente e non limitato ai soli specialisti. In una formula sintetica, ribadendo quanto già poc’anzi espresso, possiamo affermare che il congresso si è rivolto a tutti i pediatri, con l’obiettivo di rispondere a tutte le loro esigenze di aggiornamento scientifico e al tempo stesso di orientamento pratico.

 

 

 

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