Update per il Pediatra
Salute e Sanità

Il cambiamento climatico e l’infanzia: agire subito per salvaguardare i nostri figli

7 Set 2022

da Il Medico Pediatra rivista ufficiale della F.I.M.P.

Alessandro Ballestrazzi, Responsabile Editoriale de Il Medico Pediatra
Andrea Canali, Responsabile dell’Area Ambiente FIMP

 

L’ambiente umano e l’ambiente naturale si degradano insieme, e non potremo affrontare adeguatamente il degrado ambientale, se non prestiamo attenzione alle cause che hanno attinenza con il degrado umano e sociale. Di fatto, il deterioramento dell’ambiente e quello della società colpiscono in modo speciale i più deboli del pianeta: “Tanto l’esperienza comune della vita ordinaria quanto la ricerca scientifica dimostrano che gli effetti più gravi di tutte le aggressioni ambientali li subisce la gente più povera”.

 

Per l’impatto e la forza che ha avuto all’atto della sua diffusione nel 2005 questo passaggio dell’Enciclica Laudato si’ di Papa Francesco non poteva essere un modo migliore di introdurre questo breve articolo sull’influenza del cambiamento climatico sull’infanzia e, in particolare, sui bambini dei cosiddetti paesi in via di sviluppo. Sappiamo bene, da diversi modelli predittivi, che l’impatto del cambiamento climatico sarà maggiore nei paesi più poveri e meno sviluppati e che proprio in questi paesi, caratterizzati da uno squilibrio abnorme della distribuzione delle risorse, gli strati più poveri della popolazione saranno i più colpiti e, a cascata, le fasce più deboli, cioè anziani e bambini. Nelle settimane scorse è circolata sui principali media la notizia che a causa delle eccezionali ondate di calore l’India e il Pakistan potrebbero quest’anno perdere una parte consistente del raccolto di grano, secondo certe stime fino al 50%. È facile comprendere l’impatto che questo fatto avrà sul benessere delle popolazioni locali, tanto più che la guerra in Ucraina ridurrà la possibilità di approvvigionamento sui mercati internazionali. Questa notizia, da sola, ormai entrata nei normali fatti di cronaca, dimostra in modo esemplare come il cambiamento climatico sia già in atto e di come le sue conseguenze sono già all’opera. L’idea che il cambiamento climatico sia qualcosa che avverrà solo nei prossimi decenni e che quindi resti ancora del tempo prima di dover prendere decisioni a livello globale, che avranno un impatto importante sulla vita di noi tutti, è appunto soltanto un’idea. Occorre, inoltre, tenere presente che il cambiamento climatico, oltre a mettere a rischio la salute, se non la vita di tutti gli abitanti del pianeta, ha delle implicazioni importanti che vanno ben oltre la mera sussistenza. È evidente, infatti, che il cambiamento climatico di fatto vanifica alcuni dei capisaldi della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani promulgata dall’Organizzazione delle Nazioni Unite nel 1948, nella quale, in particolare al comma 1 dell’art. 35, si legge: Ogni individuo ha diritto a un tenore di vita sufficiente a garantire la salute e il benessere proprio e della sua famiglia, con particolare riguardo all’alimentazione, al vestiario, all’abitazione e alle cure mediche e ai servizi sociali necessari… In altre parole, il cambiamento climatico mette a rischio le stesse basi della società come attualmente la conosciamo.

 

Quale impatto sui bambini?

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) l’88% del peso di malattia legato al cambiamento climatico ricadrebbe sui bambini di età inferiore a 5 anni. La scarsità di acqua e cibo legata al cambiamento climatico si associa alla malnutrizione in particolare nei bambini, ed essendo legata alla sopravvivenza diretta si associa a una minore probabilità che i bambini ricevano un’istruzione adeguata. Inoltre, i bambini sono particolarmente vulnerabili agli effetti del cambiamento climatico sia per le loro ridotte dimensioni, e quindi per la minore forza fisica, per il fatto di essere organismi in accrescimento per cui è critico l’apporto di determinati nutrienti, sia per il fatto – ultimo ma non meno importante – di essere particolarmente vulnerabili alle emergenze sociali, ad esempio in caso di disastro naturale molti bambini perdono i propri genitori o ne vengono separati. A tutto questo devono essere sommate le differenze di genere. Le donne sono più vulnerabili agli effetti del cambiamento climatico rispetto agli uomini e quindi nel caso delle bambine tale effetto negativo si aggiunge rispetto a quanto già sommariamente accennato.

 

CONTINUA A LEGGERE

 

 

Le informazioni che si trovano in questo sito si intendono per un uso esclusivamente informativo e non possono in alcun modo sostituire la consultazione con il proprio medico.

Pacini Editore Srl
via Gherardesca 1, 56121 Pisa • cod.fisc, p.iva, reg.imp.prov.pi 00696690502 • Cap.soc.iv. 516.000 euro
Copyright © 2015. All Rights Reserved.
Cookie Policy | Privacy policy | Politica della Qualità Ambiente e Sicurezza