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Dermatologia

Gli emollienti non sono tutti uguali

13 Ott 2022

 

a cura di Alessandra Semenzato, direttore scientifico di UNIRED e docente di chimica dei prodotti cosmetici all’Università di Padova

 

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Il termine “emolliente” indica comunemente un prodotto in grado di rendere la pelle più morbida. Tuttavia questo effetto non è l’unico a caratterizzare tali prodotti.

È stato ormai ampiamente riconosciuto nella letteratura scientifica che i prodotti emollienti giocano un ruolo importante nella gestione di patologie dermatologiche che sottendono un difetto di barriera, come la dermatite atopica e la psoriasi. E questo è valido sia per le forme lievi, come unico tipo di trattamento, sia per quelle più gravi, come coadiuvanti della terapia farmacologica.

La possibilità di usarli come unico trattamento nelle forme lievi senza ricorrere ad altre terapie è indubbiamente un aspetto interessante, soprattutto in età pediatrica.

 

Quali sono le differenze tra i vari emollienti?

Per rispondere a questa domanda bisogna innanzitutto chiarire il meccanismo con cui funzionano tali prodotti.

In condizioni fisiologiche, la pelle è in grado di trattenere all’interno un adeguato quantitativo di acqua. Al contrario, invece, in presenza di un difetto di barriera, si assiste a un aumento della TEWL, con conseguente incremento della secchezza cutanea. Questa si somma a tutti gli altri fattori che caratterizzano il quadro clinico di patologie come dermatite atopica e psoriasi.

Per aumentare il contenuto di acqua presente nell’epidermide esistono due meccanismi:

  • uno, definito “diretto”, consiste nell’apportare sulla superficie cutanea delle molecole idratanti, come l’urea, l’acido ialuronico, i componenti dell’NMF ecc.
  • uno, definito “indiretto”, consiste nell’applicazione di prodotti emollienti che formano un film semiocclusivo sulla superficie cutanea in grado di limitare la perdita di acqua.

 

La scelta degli ingredienti: la tipologia di oli

Da un punto di vista tecnico, gli emollienti sono emulsioni di tipo olio in acqua o acqua in olio, in cui sono veicolati degli attivi cosmetici.

La prima differenza risiede nella tipologia di questi attivi, ovvero gli oli presenti nel prodotto. Gli oli utilizzati in cosmesi comprendono una classe di molecole molto variegata, la cui funzionalità è strettamente correlata alla struttura chimica.

I più efficaci nel ridurre la TEWL sono gli idrocarburi di origine minerale (paraffinum, paraffinum liquidum), che essendo fortemente lipofili risultano molto occlusivi e quindi anche molto performanti in caso di secchezza cutanea. Questa loro caratteristica li rende però anche difficilmente spalmabili e di conseguenza poco gradevoli da applicare.

Allo stesso modo anche altri lipidi come le cere minerali, animali e vegetali (es. cera microcristallina, cera d’api ecc.) sono molto funzionali nel proteggere la pelle dagli agenti esterni e nel limitare l’evaporazione di acqua, ma come gli idrocarburi risultano poco sensoriali.

Per questo motivo all’interno di uno stesso prodotto la scarsa sensorialità di questi oli è spesso bilanciata dalla presenza di lipidi sintetici: un’ampia classe di molecole tra loro anche molto diverse e con proprietà sensoriali, che permettono di ottenere un prodotto cosmetico piacevole da applicare sulla cute.

In un prodotto emolliente possono essere presenti anche oli e burri vegetali, i quali presentano una frazione insatura in grado di penetrare lo strato corneo, agendo come nutriente. In particolare, gli oli vegetali a base di acido linoleico hanno un alto valore funzionale. Questo acido, infatti, è un componente della Ceramide I, il cui ruolo è fondamentale per mantenere la capacità di barriera dello strato corneo.

Un’ultima importante categoria di oli riguarda i siliconi, ovvero un gruppo di polimeri che può esplicare diverse funzioni a seconda della struttura chimica.

Gli oli siliconici facilitano la scorrevolezza del prodotto e vengono spesso utilizzati per migliorare la sensorialità. Se utilizzati nelle giuste quantità, inoltre, non comportano nessuna problematica per la pelle affetta da patologia dermatologica. Un’unica attenzione deve essere rivolta ai siliconi ciclici, che essendo volatili, evaporando “portano via” una certa percentuale di acqua, risultando così irritanti per zone come il contorno occhi e le mucose.

A seconda di come saranno bilanciati gli oli all’interno della formulazione si avrà un prodotto emolliente più o meno funzionale e sensoriale. È molto importante, infatti, che questi due aspetti siano bilanciati. Se è vero ad esempio che gli idrocarburi sono importanti per una pelle che soffre di dermatite atopica, dall’altro lato è importante anche compensare l’untuosità di questi oli, così da creare un prodotto gradevole che favorisca l’applicazione ripetuta nel tempo.

 

L’importanza della forma tecnica

La sensorialità dell’emolliente non è determinata solo dagli oli presenti nel prodotto, ma anche dalla forma tecnica.

Gli emollienti possono essere emulsioni di tipo olio in acqua (O/A), se la fase esterna è acquosa, e acqua in olio (A/O) se la fase interna è oleosa.

Le creme di tipo O/A sono caratterizzate da una maggiore stendibilità e da un assorbimento più rapido rispetto alle emulsioni A/O e per questo motivo sono più indicate per le zone estese, come ad esempio il corpo.

Le creme A/O invece sono generalmente più consistenti e talvolta meno apprezzate, ma godono di una maggiore efficacia protettiva e perciò risultano più indicate per zone limitate ma molto esposte agli agenti esterni, come ad esempio il viso.

 

Sicurezza ed efficacia

I prodotti emollienti pensati per una pelle con problemi dermatologici, soprattutto se utilizzati in età pediatrica, devono essere formulati in modo da garantire sicurezza ed efficacia.

La sicurezza del prodotto richiede l’impiego di un numero di ingredienti limitato a quelli realmente necessari (10-20) e l’esclusione di sostanze sensibilizzanti ed irritanti che si ritrovano di frequente tra i conservanti e i profumi.

I conservanti sono un ingrediente imprescindibile di ogni formulazione cosmetica, in quanto la qualità microbiologica durante l’uso del prodotto è un requisito che deve essere soddisfatto per legge. Dal momento che i conservanti, per la loro specifica funzione, possono interagire anche con le cellule dell’epidermide, ognuna di queste molecole presenta un rischio intrinseco di indurre una reazione cutanea.

Per questo motivo, nella formulazione di emollienti per pelli con patologie dermatologiche si ricorre a metodiche di preservazione “alternativa”, che comprendono aspetti formulativi, di packaging, di produzione e di confezionamento. Tra questi, ad esempio, la scelta di flaconi airless, l’utilizzo di linee produttive sterili e la formulazione di prodotti con poca acqua libera disponibile per ridurre il rischio di contaminazione microbica.

Anche il profumo è un aspetto a cui prestare attenzione, in quanto può contenere delle sostanze che il regolamento cosmetico europeo ha individuato come allergeni sulla base dei dati epidemiologici. Per questo motivo un prodotto emolliente dermatologico e/o destinato ai bambini non dovrebbe contenere profumo o, in caso contrario, dovrebbe trattarsi di un profumo privo di allergeni e utilizzato in minime quantità, al solo scopo di mascherare l’odore di alcune materie prime.

Se la sicurezza del prodotto è il principale requisito di ogni emolliente, la sua efficacia, oltre che dalla scelta dei lipidi, è definita anche dalla presenza di attivi specifici per la riparazione della barriera epidermica, come ad esempio le miscele ottimizzate di lipidi epidermici (ceramide, colesterolo e acidi grassi, in rapporto 3:1:1) o l’acido linoleico.

 

Bibliografia

  1. Wollenberg A, Barbarot S, Bieber T, et al. Consensus-based European guidelines for treatment of atopic eczema (atopic dermatitis) in adults and children: part I. JEADV 2018;32:657-682.
  2. Ng JPX, Liew HM, Ang SB. Use of emollients in atopic dermatitis. JEADV 2015;29:854-857.

 

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