Update per il Pediatra
Salute e Sanità

Abuso e maltrattamento sui minori: fascicolo monotematico

30 Mar 2023

Editoriale da We People il magazine della rete pediatrica toscana

Stefania Losi

Pediatra, Responsabile Servizio GAIA, Responsabile Aziendale Codice Rosa, AOU Meyer IRCCS, Firenze

 

La Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza è stata adottata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989, a New York. Per la prima volta, un documento riconosce esplicitamente che anche i bambini, le bambine e gli adolescenti sono TITOLARI DI DIRITTI civili, sociali, politici, culturali ed economici; tali diritti devono essere promossi e tutelati da parte di tutti. È il trattato internazionale più approvato nel mondo.

È stato firmato da tutti i paesi del mondo eccetto quattro: Isole Cook, Oman, Somalia ed Emirati Arabi. Oltre a essi, altri due Stati, la Svizzera e gli Stati Uniti d’America, hanno solo firmato, ma non ratificato.

L’Italia ha ratificato la Convenzione di New York con la Legge n. 176 del 27 maggio 1991, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell’11 giugno 1991.

Già nel 1923, la fondatrice di Save the Children scrisse la prima Carta dei Diritti del Bambino, o Dichiarazione di Ginevra, che fu adottata dalla Società delle Nazioni nel 1924 e che ha costituito il testo base per la successiva dichiarazione delle Nazioni Unite, precisamente la Dichiarazione Universale dei diritti del fanciullo, adottata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1959.

La giornata mondiale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza è il 20 novembre, viene celebrata la data in cui l’Assemblea Generale della Nazioni Unite ha approvato la Dichiarazione Universale dei Diritti del fanciullo.

La Convenzione di New York, contenente norme self- executing, opera un salto di qualità: il minorenne passa da essere oggetto di protezione a soggetto titolare di diritti. È riconosciuto titolare autonomo di molteplici diritti della personalità, primo fra tutti, in ordine d’importanza, per il suo carattere strumentale, quello di esprimere la propria opinione (articolo 12) e quindi anche di chiedere personalmente il rispetto di ogni altro diritto.

Il fanciullo è portatore di un interesse superiore a qualunque altro interesse, per la realizzazione del suo Diritto Fondamentale, espresso nel modo seguente: “Il fanciullo, ai fini dello sviluppo armonioso completo della sua personalità, deve crescere in un ambiente familiare, in un clima di felicità, di amore e di comprensione”(Convenzione di New York 1989, dal Preambolo).

Dalla Convenzione di New York si evince il diritto di non subire abusi; in termini generali, trattandosi il bambino di persona titolare di diritti soggettivi, l’abuso consiste nella violazione arbitraria di uno qualsiasi di tali diritti, a partire da quello fondamentale.

Pertanto si può assumere la seguente definizione di abuso: “il bambino abusato è quello che non riesce a realizzare il proprio diritto fondamentale a una crescita sana e armoniosa, a causa di una azione altrui, cosciente e volontaria, di compressione o di soppressione di tale diritto”.

La terza parte della Convenzione, dall’articolo 46 all’articolo 54, si riferisce in particolar modo al diritto della tutela (abusi, violenze, sfruttamento economico del lavoro minorile, rapporti tra i minori e la legge).

L’attenzione del mondo scientifico alla realtà degli abusi si radica in un mutamento culturale che trova un decisivo riscontro nel riconoscimento internazionale dei diritti dei bambini, un lungo cammino ancora faticosamente in atto, iniziato nel 1924 a Ginevra. Queste importanti iniziative legislative hanno permesso la profonda trasformazione della modalità di rilevamento del fenomeno abuso.

Nel 2002, sono entrati in vigore anche i due Protocolli Opzionali alla Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, approvati dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, il Protocollo Opzionale sul coinvolgimento dei bambini nei conflitti armati e

il Protocollo Opzionale sulla vendita di bambini, la prostituzione minorile e la pornografia rappresentante minori.

L’Italia ha ratificato i due Protocolli con Legge n. 146 dell’11 marzo 2002. Entro 2 anni dalla ratifica e poi ogni 5 anni gli Stati devono presentare al Comitato ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, presso l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, un Rapporto sullo stato di attuazione della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza e dei Protocolli Opzionali nel proprio Paese.

La Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza del 1989 contiene 54 articoli con tutti i diritti dei bambini; l’articolo 1 definisce che fanciullo è ogni essere umano avente un’età inferiore ai 18 anni.

I dieci fondamentali diritti per il benessere dei bambini sono:

•               Il diritto alla vita e di avere una famiglia

Il diritto dei bambini alla vita e di avere una famiglia. Il bambino, per il pieno sviluppo della sua personalità, ha bisogno di amore e comprensione. Crescere sotto la responsabilità dei loro genitori e in un’atmosfera di affetto.

•               Diritto alla salute

Il diritto alla salute nei bambini è uno dei diritti fondamentali a cui ogni bambino dovrebbe avere accesso. Il diritto alla salute è un compendio tra il benessere fisico, mentale e sociale, e ancora di più nei bambini, che sono più vulnerabili alle malattie.

•               Diritto al cibo

Tutti i bambini hanno il diritto al cibo e a nutrirsi adeguatamente.

•               Diritto dei bambini di esprimere la propria opinione

La Convenzione sui diritti dell’infanzia riconosce negli articoli 12 e 13 il diritto dei bambini di esprimere la loro opinione. Perché i bambini dovrebbero esprimere opinioni liberamente esattamente come gli adulti.

•               Diritto a giocare

Tutti i bambini hanno il diritto di giocare e divertirsi.

•               Diritto dei bambini all’uguaglianza

Il diritto dei bambini all’uguaglianza, senza distinzione di razza, religione o nazionalità. Questo ha lo scopo di garantire che tutti i bambini siano trattati allo stesso modo, indipendentemente dalla loro origine, dal paese in cui si trovano, o dal colore della pelle.

•               Diritto all’educazione

Tutti i bambini hanno diritto all’istruzione, indipendentemente dal sesso, dalla religione, dalla nazionalità e da qualsiasi altra condizione. Lo Stato deve fare tutto il possibile per garantire l’accesso dei bambini all’educazione

•               Diritto di avere una casa

Tutti i bambini hanno il diritto di avere una casa. Un luogo protetto, dove il bambino può vivere con comprensione, amore e cura.

•               Diritto di avere una nazionalità

Dalla nascita, il bambino ha il diritto di avere un nome e un cognome.

•               Diritto dei bambini a non lavorare

Il bambino deve essere protetto da ogni forma di abbandono, crudeltà e sfruttamento. Al bambino non dovrebbe essere permesso di lavorare prima di un’età minima appropriata.


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In questo fascicolo:

Il fenomeno e le dimensioni del maltrattamento sui minori

Il Servizio GAIA

L’importanza di un background medico-legale nel percorso diagnostico

Le esperienze avverse (ACEs) e i meccanismi di risposta al trauma

La Rete Regionale Codice Rosa

La collaborazione tra Servizio Sociale Ospedaliero e Servizio Sociale Territoriale

Le esperienze dell’AOU Pisana e dell’AUSL Nord Ovest

Le esperienze dell’AOU Senese e dell’AUSL Toscana Sud Est

La funzione del Pediatra di famiglia nella prevenzione e nella rilevazione dell’abuso

La formazione agli educatori, agli insegnanti e ai sanitari: una risorsa per una diagnosi precoce

“Non scuoterlo!” Campagna di sensibilizzazione contro la Shaken Baby Syndrome

Elaborare il trauma: non lasciamoli soli

 

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