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Stress lavoro correlato: parola all’esperto

13 Lug 2017

“Contro il logorio della vita moderna” recitava lo spot di una famosa marca di Amaro italiano negli anni ’70. Già oltre 40 anni fa quindi, il tema dello “Stress Lavoro Correlato” era d’attualità anche per il comune cittadino.

Prendendo spunto da queste tematiche, contenute all’interno dell’articolo sullo stress lavoro collegato in ambito sanitario e pubblicato a fine giugno sul fascicolo 3 – 2017 della rivista SIMG, abbiamo deciso di intervistare il prof. Ferdinando PellegrinoPsichiatra del Centro Studi Psicosoma di Salerno.

Stress lavorativo di cosa si tratta?

Ferdinando-PellegrinoPer stress lavorativo si intende una condizione non fisiologica di stress, ovvero una situazione di logorio professionale secondaria ad una non adeguata/appropriata gestione dell’attività professionale. Più specificamente di parla di “rischio psicosociale” riferendosi all’impatto che il mondo del lavoro ha sull’individuo. Esiste evidentemente una condizione di stress fisiologico, qualsiasi lavoro comporta necessariamente un certo livello di tensione. Quando questo livello viene superato, l’individuo non riesce più a gestire le ansie del quotidiano ed il lavoro diventa sempre meno gestibile, logorante, fonte di frustrazione e delusione. Il rischio è insito in ogni professione. Ed anche quando l’individuo è soddisfatto della propria professione, può andare incontro a fenomeni di disadattamento lavorativo. Molto spesso lo stress lavorativo è legato ad una incapacità della persona di gestire le ordinarie tensioni lavorative. Per tali motivi è importante “misurare” costantemente il proprio livello di “tensione”.

Quali sono i campanelli di allarme e come si manifesta?

I primi segnali possono essere sintomi quali: stanchezza, irritabilità verso l’utenza, voglia “di non far niente”, sensazione di “non potercela fare, delusione, frustrazione, sensazione di impotenza, difficoltà alla concentrazione, maggiore propensione al fumo. ovvero quando la persona ha la sensazione di non farcela. di sentirsi appesantito, deve fermarsi per comprenderne i motivi, per vedere se è come il “proprio motore” è in affanno. Una particolare attenzione va rivolta ai tentativi maldestrsi di ridurre la tensione: molti individui ad esempio iniziano ad assumere ansiolitici per ridurre la tensione, ciò non solo copre i problemi, ma pone le base per vere forme di dipendenza e di disagio psichico.

Quali sono le implicazioni per la salute generale?

Lo stress non ben gestito è fonte di logorio mentale e fisico, si possono sviluppare veri e propri quadri psichiatrici, come l’ansia e la depressione, o patologie somatiche come l’ipertensione o la sindrome metabolica, ovvero situazioni di stili di vita disfunzionali (fumo di sigaretta, eccessiva alimentazione, irritabilità). Lo stress lavorativo inoltre è alla base di conflittualità, di errore professionale, di infortunio lavorativo. Quindi lo stress implica una compromissione generale del proprio stato di salute.

Quanto è importante la consultazione medica ed evitare il “fai da te”?

Quando la persona avverte che c’è qualcosa che non va meglio fermarsi e riflettere su come organizzare e riorganizzare il proprio modo di affrontare il lavoro, onde individuare adeguate strategie di adattamento. Laddove ciò non è sufficiente e lo stato di tensione periste meglio rivolgersi ad un esperto (psicologo o psichiatra) per intraprendere un idoneo percorso terapeutico finalizzato ad acquisire adeguate strategie di coping, ovvero ad individuare le modalità migliore per gestire lo stress lavorativo.

Le informazioni che si trovano in questo sito si intendono per un uso esclusivamente informativo e non possono in alcun modo sostituire la consultazione con il proprio medico.

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