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Medicina generale

Stress e insonnia. Senza sonno non c’è salute mentale

31 Mag 2018

La correlazione tra insonnia e disturbi psichici in tutte le età dimostra che il sonno e la salute mentale sono strettamente correlati. Se ne parla nell’articolo “Stress e insonnia” pubblicato sul numero 2/2018 della rivista SIMG che evidenzia come disturbi del sonno precedono, accompagnano e seguono moltissimi disturbi mentali in tutte le loro fasi.

La riduzione della quantità e qualità del sonno è spesso il primo segnale di un percorso che si origina frequentemente dal riscontro di una patologia somatica acuta (ad es. infarto, ictus) o cronica (ad es. diabete, pneumopatia, patologie autoimmuni ecc.) o da altre condizioni di sofferenza (abuso di alcool, problematiche economiche per problemi correlati al gioco d’azzardo) il cui esito è invariabilmente la patologia psichiatrica.

Ma quali sono i disturbi del sonno?

I disturbi del sonno rappresentano un problema spesso sottodiagnosticato e non adeguatamente trattato. L’insonnia è definita come percezione soggettiva di difficoltà nella fase di addormentamento e/o di persistenza del sonno nonché di scarsa qualità di riposo; da sintomo diventa una vera e propria patologia quando si associa a significativo distress e riduzione della funzionalità in importanti aree, quali quella sociale e lavorativa.
Come dimostrano i dati prodotti in letteratura, i disturbi del sonno hanno maggiore incidenza nelle donne rispetto agli uomini, rappresentando un problema diffuso ed estremamente rilevante soprattutto dopo la comparsa del menarca.

Poiché dal sonno sono regolati i più importanti ritmi biologici cardiovascolari, neuroendocrini e riproduttivi, un’alterazione in termini quantitativi e qualitativi di tale funzione, reiterata nel tempo, produce rilevanti effetti sull’equilibrio psico-fisico della persona, compromettendone l’efficienza funzionale globale, sino a predisporre all’insorgenza di patologie organiche e psichiche nonché di disturbi della fertilità. Gli effetti cumulativi a lungo termine dell’alterazione della durata del sonno e degli altri disturbi del sonno sono stati associati anche a deficit cognitivi significativi (in assenza di sintomi depressivi) con riscontri nelle aree della attenzione, working memory, memoria episodica, problem solving. L’impatto negativo dell’insonnia sulla funzionalità cognitiva può riconoscere diversi fattori causali, tra cui l’alterazione della microstruttura del sonno, l’associazione con sintomi depressivi, affaticamento e ansia diurne.

Numerose osservazioni concordano nel sostenere anche una forte associazione tra insonnia e disregolazione emotiva (ad es. reattività, labilità emotiva, oscillazioni timiche, rabbia).

Qual è la correlazione fra stress e sonno?

La mediazione tra stress e corpo è mediata dai neuroni della regione ippocampale e corticale che subiscono modificazioni più evidenti a seguito di un’eccessiva esposizione a cortisolo.
Quest’ultimo, definito ormone dello stress, viene prodotto a livello surrenalico tramite attivazione dell’asse ipotalamoipofisi-surrene (HPA) secondo una secrezione circadiana che vede un picco nelle prime ore del mattino e un nadir nelle
prime fasi di sonno notturno. Lo stress induce un’alterazione nell’omeostasi di questo sistema e dell’attività dei neurotrasmettitori monoaminergici per consentire un adattamento alle modificazioni ambientali.
Il mediatore principale di queste risposte adattative è rappresentato dal cortisolo, la cui produzione viene fisiologicamente regolata da un meccanismo a feedback negativo a livello dell’ippocampo, grazie al quale i livelli dell’ormone si riducono con la scomparsa dello stressor. Tuttavia quando lo stimolo perturbante risulta persistente si perde la fisiologica capacità di regolazione inducendo una situazione di permanente ipercortisolemia. Un eccessivo livello di
cortisolo produce effetti negativi a livello dei sistemi immunitario, cardiovascolare, endocrino e nervoso centrale. Lo stress cronico produce anche frequenti alterazioni nei meccanismi dell’addormentamento e nel mantenimento del sonno. La riduzione delle ore di sonno che ne consegue ha un effetto significativo sul SNC amplificando il rischio di sviluppare altre patologie psichiatriche. È anche per tale motivo che con sempre maggiore frequenza si osserva come condizioni di vita a elevato stress (comuni in molti contesti attuali) contribuiscano ad aumentare la frequenza di nuovi casi di disturbi d’ansia e depressivi.

Se desideri leggere l’intero articolo clicca qui.

A questo link potrai invece consultare tutti i fascicoli della rivista SIMG, dal 2014 ad oggi!

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