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Pediatria

È sicuro somministrare più vaccini contemporaneamente?

22 Ott 2018

Negli ultimi anni il dibattito sui vaccini in età pediatrica si è fatto sempre più frequente e acceso. Spesso si discute non solo del loro numero ma anche della cosiddetta co-somministrazione dei vaccini, cioè sulla pratica di somministrare più vaccini in un unico intervento.

Su queste tematiche abbiamo intervistato il prof. Paolo Bonanni (Università di Firenze) e il prof. Giovanni Gabutti (Università di Ferrara), soffermandoci in particolare su la co-somministrazione della vaccinazione quadrivalente MPRV (morbillo, parotite, rosolia, varicella) e l’antimeningococcica C.

 

Perché è stato necessario affrontare il tema della co-somministrazione di queste due vaccinazioni?

Prof. Giovanni Gabutti: La tematica della co-somministrazione del vaccino combinato morbillo-parotite-rosolia-varicella col vaccino meningococcigo C coniugato è estremamente importante e attuale, Infatti se facciamo riferimento a quelle che sono le indicazioni presenti nel Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale Italiano 2017-2018 vediamo che nella fascia pediatrica, per fortuna, abbiamo tanti vaccini che rispondono ai requisiti di sicurezza, efficacia e tollerabilità e che pertanto vanno usati.

Abbiamo la necessità di ottimizzare l’intervento vaccinale, riducendo il numero degli accessi ai servizi e raggiungere elevate coperture vaccinali, e l’utilizzo della co-somministrazione di vaccini diversi fra di loro rappresenta un esempio importante di questo aspetto.

Qual è il vantaggio dei vaccini combinati?

Prof. Paolo Bonanni: I vaccini combinati fanno parte della storia dell’evoluzione delle vaccinazioni, noi abbiamo avuto dei vaccini come difterite, tetano, pertosse che hanno radunato in un unico vaccino prodotti che prima erano usati separatamente. Abbiamo avuto successivamente la disponibilità dei vaccini morbillo-parotite-rosolia. Il fatto che ci siano sempre più vaccinazioni disponibili per malattie importanti fa si che i vaccini combinati possano facilitare la somministrazione in meno sedute e fornire la possibilità di avere coperture più elevate e ridurre gli effetti collaterali; moltiplicare il numero delle iniezioni significa aumentare gli effetti collaterali a livello locale.

Perché è importante la co-somministrazione?

Prof. Giovanni Gabutti: La co-somministrazione è una pratica vaccinale estremamente importante, dobbiamo fare riferimento al fatto che abbiamo nella nostra disponibilità tanti vaccini e dobbiamo cercare di ottimizzare gli interventi vaccinali. La possibilità di poter somministrare in contemporanea in sedi anatomiche diverse più vaccini è proprio il concetto che attiene alla co-somministrazione. L’utilizzo di questa pratica permette di ottimizzare l’intervento vaccinale, rendendo più snelli gli aspetti organizzativi, impattare meno sul disagio di un numero elevato di accessi ai servizi vaccinali da parte dell’utenza e in questo modo permettere di raggiungere elevate coperture vaccinali.

Quali argomenti occorre considerare in ambito di co-somministrazione? Si fa riferimento esclusivamente all’RCP?

Prof. Paolo Bonanni: Il riassunto delle caratteristiche del prodotto rappresenta la guida fondamentale per l’utilizzo di tutti i prodotti in campo farmaceutico compresi i vaccini ma è pur vero che non tutte le evoluzioni delle conoscenze scientifiche possono essere immediatamente tradotte in una modifica della scheda tecnica. Nello specifico dei vaccini dobbiamo considerare che spesso quello che noi trattiamo sono le co-somministrazioni e quindi non si tratta di utilizzo off-label ma di un’eventuale mancanza di un’indicazione specifica sulla co-somministrabilità.

La legge Gelli, recentemente approvata, fa chiarezza sul fatto che le linee guida emanate delle società scientifiche possono guidare utilmente il comportamento dell’operatore. Quindi in questo senso la problematica della vaccinazione di morbillo-rosolia-parotite-varicella co-somministrata con la vaccinazione contro il meningococco C può essere certamente co-somministrato anche sulla base dei pareri che ad esempio sono stati dati dal calendario vaccinale per la vita 2016.

Quindi, riassumendo, la letteratura internazionale e le più importanti società scientifiche dicono che soltanto se viene esclusa una co-somministrabilità essa non può essere fatta ma in assenza di specificazioni, si può co-somministrare.

Con specifico riferimento al vaccino MPRV (V di ceppo Oka) quali considerazioni è possibile fare con la co-somministrazione con i vaccini antimeningococcici?

Prof. Giovanni Gabutti: la prima considerazione che dobbiamo fare è che la co-somministrazione del vaccino combinato morbillo-rosolia-parotite-varicella con la componente varicella ceppo Oka, con il vaccino meningococcico C coniugato è un elemento imprescindibile nell’ambito della vaccinazione della fascia pediatrica che è abbastanza affollato in termini di disponibilità di vaccini e quindi noi abbiamo la necessità di ottimizzare l’intervento vaccinale.

La co-somministrazione rappresenta la risposta a questa nostra necessità in quanto permette di:

  • ottimizzare la somministrazione di più vaccini
  • aumentare l’accettabilità da parte dell’utenza
  • ridurre il disagio degli utenti e delle famiglie
  • conseguire elevati tassi di copertura vaccinale

Occorre sottolineare che la co-somministrazione di qualsiasi vaccino è possibile e raccomandata. Solo se ci sono delle controindicazioni specifiche occorre non procedere con la co-somministrazione.

Della stessa idea anche il prof. Bonanni che afferma che la co-somministrazione dei vaccini antimeningococcigi monovalenti coniugati con il vaccino MPRIV con il vaccino Varicella Oka Merck è una pratica che può essere effettuata prima di tutto perché la co-somministrazione permette di

  • ridurre il disagio e le problematiche organizzative
  • raggiungere coperture vaccinali più elevate
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