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Interviste

Il protocollo Standing: diagnosticare la vertigine al pronto soccorso

6 Apr 2018

Accade spesso che la persona affetta da disturbi di vertigine si rechi al pronto soccorso, entrando in un iter non ben definito con tempi lungi e diagnosi sommarie eseguite da medici non specialisti. Il protocollo Standing nasce con l’intento di arrivare ad una diagnosi di vertigine al pronto soccorso rapida ed efficiente.

Vediamo nel dettaglio in cosa consiste il progetto standing con i medici che ne hanno seguito da vicino la nascita e lo sviluppo.

Che cos’è e come nasce il progetto Standing?

Il dott. Paolo Vannucchi spiega che l’idea dello Standing è nato nel 2012, precisamente presso il dipartimento di emergenza dell’Ospedale di Careggi (Firenze), con l’intento di intervenire in maniera adeguata sui pazienti e inquadrare con maggior precisione i disturbi vertiginosi.

Lo standing è quindi un protocollo nato con questo intento ed ha due obiettivi principali:

  • Inquadrare il paziente vertiginoso acuto, in maniera tale da evitare che alcune patologie gravi possano essere confuse con patologie periferiche che, seppur fastidiose, risultano meno pericolose;
  • Monitorare e selezionare tutti gli accessi al pronto soccorso di quelle vertiginI periferiche che, in mani non esperte, portano alla richiesta di risonanze, TAC o ricoveri.

A cosa serve lo standing?

In sintesi questo metodo di studio si rivolge alle persone in difficoltà, con disturbi di vertigine, per ridurre inutili iter diagnostici al pronto soccorso ed evitare, come spiega il dott. Giuseppe Pepe, quello che è stato definito il vertigo tour che porta il cittadino a toccare tutte le specialità diagnostiche senza seguire un preciso iter.

Lo standing permette soprattutto al medico del pronto soccorso di attuare un iter ben chiaro e di poter distinguere tra una vertigine centrale e una vertigine periferica, evitando di eseguire inutili TAC cerebrali, oltre a ridurre il numero di ricoveri.

Come si esegue lo standing?

Il dott. Rudi Pecci, direttore UOC Medicina d’Urgenza e pronto soccorso presso l’Ospedale Versilia, spiega che il protocollo dello standing si compone di 4 fondamentali step per diagnosticare l’esatta forma di patologia vertiginosa, con il vantaggio di essere pensato esclusivamente per il pronto soccorso e di diagnosticare la vertigine più frequente: la vertigine posizionale parossistica benigna.

Nel video seguente, il dott. Pecci illustra quali sono i 4 step previsti dal protocollo di standing

 

Quali risultati si ottengono, in conclusione?

Dallo studio effettuato presso il Pronto Soccorso di Careggi, come spiega il dott. Vanni, direttore SOC – Medicina d’Urgenza presso l’Ospedale San Giuseppe di Empoli, è emerso che l’attuazione di questo protocollo ha condotto a notevoli benefici in termini di accuratezza diagnostica ed economici.

L’utilizzo di tale metodologia, infatti, ha permesso di:

  • Stabilire una diagnosi presuntiva di vertigine periferica o centrale nell’88% dei casi;
  • Escludere patologie gravi con un’accuratezza del 99%, tramite l’algoritmo sviluppato;
  • Seguire un processo diagnostico più snello e breve, individuando in pochi minuti i pazienti che hanno bisogno di essere ricoverati;
  • Ridurre il numero delle TAC, riservandole solo ai casi potenzialmente gravi.

Considerati gli esiti positivi derivanti dal periodo di prova circoscritto all’azienda ospedaliera Careggi, il progetto sarà esteso ad altri enti ospedalieri dando vita ad uno studio multicentrico con un valore superiore dal punto di vista medico scientifico.

 

Guarda tutte le video-interviste sulla diagnosi di vertigine al pronto soccorso

 

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