Scompenso Cardiaco: gestione in Medicina Generale dalla diagnosi al follow-up


Anno: 2016

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Descrizione

Serie editoriale Disease Management, approfondimenti sulle moderne dinamiche clinico-assistenziali
SIMG Società Italiana di Medicina Generale

 

Doriano Battigelli – Collaboratore Area Cardiovascolare SIMG

Gaetano D’Ambrosio – Collaboratore Area Cardiovascolare SIMG

Andrea Di Lenarda -Direttore Centro Cardiovascolare, Azienda Sanitaria Universitaria Integrata di Trieste

Renata De Maria -Istituto Fisiologia Clinica CNR, Dipartimento Cardio-toraco-vascolare, ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda, Milano

Bruno Guillaro – Collaboratore Area Cardiovascolare SIMG

Damiano Parretti – Responsabile Nazionale Area Cardiovascolare SIMG

Editor in Chief Andrea Di Lenarda e Damiano Parretti

Introduzione

Lo scompenso cardiaco (SC) rappresenta uno dei principali problemi di salute pubblica nel nostro Paese, per la grave disabilità che genera con serie ripercussioni sulla qualità di vita dei pazienti affetti, per l’elevata mortalità legata a questa condizione, soprattutto nelle classi funzionali più avanzate, per i costi rilevanti a carico del Sistema Sanitario Nazionale, imputabili soprattutto alle frequenti ospedalizzazioni. In effetti l’insufficienza cardiaca rappresenta la prima causa di ospedalizzazione nel nostro Paese. La disabilità dei soggetti portatori di SC determina inoltre pesanti conseguenze a carico delle famiglie e dei caregivers, per cui questa condizione determina anche un problema di vaste dimensioni sociali.

Le dimensioni del problema

Lo SC, generalmente punto di arrivo di molte patologie cardiache prevalentemente ischemiche o ipertensive, registra un aumento crescente di prevalenza, anche a causa dell’aumento progressivo della vita media della popolazione, determina elevati costi assistenziali ed è responsabile di alta mortalità: 250.000 decessi all’anno negli USA e 300.000 in Europa 2 3. La prevalenza globale viene stimata intorno al 1-3% della popolazione, e aumenta con l’età: nei soggetti

ultrasettantenni risulta essere di circa il 7,5%, e negli ultraottantenni arriva al 10% 4. La prevalenza in crescita, con il progredire dell’età, è ben evidenziata nella Figura 1, che riporta i dati tratti dall’VIII rapporto Health Search.

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