Osteoporosi 2-2018

Patrizio Armeni, Francesco Costa, Fabio Donelli

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Descrizione

Valutare i costi dell’osteoporosi e dei relativi interventi: panoramica sui possibili approcci

L’evidenza scientifica non è più l’unica variabile decisionale rilevante in sanità. Per anni si è investito per spostare il peso decisionale dall’area della discrezionalità all’area della medicina basata sulle evidenze, al fine di identificare, per le scelte in ambito tecnologico (farmaci, dispositivi medici, interventi ecc.) l’alternativa “migliore”, cioè quella che, rispetto alle altre, produce i benefici clinici maggiori. Questo sarebbe desiderabile e sufficiente in uno scenario ideale privo di vincoli di risorse. Purtroppo, però, i vincoli di risorse esistono e, negli ultimi anni, hanno portato i policymaker ad aumentare l’attenzione alla spesa sanitaria. Molti paesi, inclusa l’Italia, hanno, pertanto, aumentato l’attenzione all’efficienza, hanno implementato misure di contenimento dei costi (spesso discutibili) e, soprattutto, hanno iniziato a temere l’impatto economico delle nuove tecnologie. Come conseguenza, non è stato più sufficiente identificare le tecnologie migliori dal punto di vista clinico, e la domanda “funziona?” è stata gradualmente sostituita dalla, ben più problematica, “ne vale la pena?”. Vale la pena rimborsare un nuovo farmaco e non un altro? Vale la pena innovare il processo di cura di un paziente invece che diffondere maggiormente una determinata procedura chirurgica? Queste domande si pongono perché le alternative spesso non sono perseguibili entrambe a causa della mancanza di risorse. Nel paragrafo seguente sono illustrate le principali dinamiche alla base della sempre più ampia divergenza tra bisogni di salute reali (e percepiti) e risorse a disposizione. (leggi tutto in pdf)

L’osteoporosi: una malattia sociale

L’osteoporosi è una patologia con prevalenza e incidenza in costante incremento, che rappresenta oggi una vera emergenza sanitaria. Si ritiene che in Italia ne siano affetti circa 3,5 milioni di donne e 1 milione di uomini e, poiché nei prossimi anni assisteremo a un incremento della percentuale della popolazione italiana al di sopra dei 65 anni d’età, dobbiamo attenderci un proporzionale aumento dell’incidenza della malattia 1, così come un aumento della popolazione affetta da osteoporosi anziana e grande anziana. L’osteoporosi rappresenta una patologia sociale, in quanto colpisce circa un terzo delle donne dopo la menopausa ed è una delle cause più frequenti di morbilità, invalidità e mortalità tra la popolazione anziana, con un costo elevato dal punto di vista sia sanitario che economico. Le fratture da fragilità, le fratture di femore in particolare, minano la qualità di vita dei soggetti colpiti e determinano gravi conseguenze in termini di costi sociali. La mortalità entro un anno dalla frattura di femore è del 20%, il 30% dei pazienti è affetto da una invalidità permanente, il 40% perde la capacità di camminare autonomamente e l’80% è incapace di svolgere autonomamente almeno un’attività della vita quotidiana. Inoltre negli anziani con età superiore a 75 anni la probabilità di sopravvivenza dopo la frattura diminuisce notevolmente rispetto alla popolazione generale non fratturata. L’incremento della mortalità persiste per 5 anni per tutte le fratture e sino a 10 anni per le fratture femorali. (leggi tutto in pdf)

Guarda i video

 

Osteoporosi, implicazioni medico legali e contenzioso parte 1:

peculiarità della buona pratica clinica

Fabio Donelli – specialista in ortopedia e medicina legale

 

 

Osteoporosi implicazioni medico legali e contenzioso parte 2:

indicazione della terapia mirata e probabilità di successo 

Fabio Donelli – specialista in ortopedia e medicina legale

Osteoporosi  aspetti economico-sanitari parte 1: 

Valutazioni economiche e analisi dei costi in sanità

 Patrizio Armeni – CERGAS – SDA Bocconi

Osteoporosi  aspetti economico-sanitari parte 2:

Evidenze della letteratura sull’impatto economico delle fratture da osteoporosi

Francesco Costa – CERGAS – SDA Bocconi

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