Fratture esposte. Management e consigli pratici

a cura di Mario Manca

Anno: 2022
Categoria:

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Descrizione

 

Prefazione

Vincenzo Caiaffa

Presidente Ortopedici Traumatologi Ospedalieri d’Italia (OTODI), Direttore Struttura Complessa Ortopedia e Traumatologia “ Di Venere”, Bari

 

In ortopedia e traumatologia le fratture esposte sono forse la patologia che desta più paura nel giovane chirurgo, in considerazione dell’alto rischio di infezione e amputazione. Raramente si manifestano come isolate, molto più frequentemente nel contesto di un politrauma o polifratturato.

Il trattamento in acuto, la scelta del corretto antibiotico, il second look, il ruolo dei tessuti molli e la sintesi definitiva, sono solo alcune delle considerazioni sull’argomento. La moderna traumatologia si è evoluta negli ultimi anni. Le conoscenze di biologia e microbiologia hanno permesso di spiegare con dettaglio le fasi della guarigione dell’osso e delle ferite con l’ausilio, per il medico, di presidi di medicazione avanzata; la conoscenza del second hit ha dato grande dignità ai tessuti molli, fino a quel momento considerati solo come “copertura” ossea, e lo sviluppo dei dispositivi ortopedici d’urgenza ha permesso al medico di poter trattare questa patologia in breve tempo e con efficacia. Un passo avanti notevole nel trattamento della patologia si è avuto con l’introduzione del early appropriate care, dopo i concetti di damage control” ed early total care.

Non bisogna tuttavia dimenticare che il trattamento ortopedico, per quanto importante, dipende dal salvataggio della vita del paziente. Il team leader ha un ruolo chiave in tal senso nel coordinare le diverse specialità implicate nel trattamento della frattura esposta, ricordando che in team si lavora come un’orchestra dove ognuno ha una propria dignità, non solo il primo violino. Questa moderna visione della medicina ha portato, nel tempo, alla nascita di unità di “Ortoplastica”, dove specialisti diversi lavorano per uno stesso obiettivo.

Ho condiviso buona parte della mia carriera di medico e ortopedico con i diversi autori, ai quali sono legato non solo da un vincolo di natura professionale, ma anche da sentimenti di stima e amicizia. Insieme abbiamo perseverato nell’aggiornamento scientifico e nell’avanzamento della ricerca, convinti che l’ambiente societario sia una sede idonea all’attività formativa. Un ringraziamento particolare a Mario Manca, che mi ha preceduto nella Presidenza OTODI e ha ideato e realizzato questi FOCUS ON e questa monografia.

Un grazie a IGEA per aver contributo allo sviluppo di questo progetto formativo.

Per questi motivi sono orgoglioso di presentare questo volume, che testimonia non solo la nostra attività clinica, ma anche quella di educatori verso i giovani desiderosi di intraprendere un mestiere tanto bello quanto difficile: il chirurgo ortopedico traumatologo.

 

 

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