Nuove prospettive di efficacia nella classe degli SGLT2 inibitori: ertugliflozin

Salvatore De Cosmo - Carlo Bruno Giorda - Domenico Mannino

ISBN: 978-88-6995-700-0
Anno: 2020

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Descrizione

Il diabete mellito tipo 2 (DMT2) è la forma più comune di diabete mellito rappresentandone il 90-95% di tutti i casi.

Il continuo aumento della prevalenza della malattia e un incremento delle complicanze generano l’urgenza di trovare farmaci in grado di agire sia sul compenso glicemico sia sui vari fattori di rischio associati. In particolare il DMT2 è significativamente associato a malattia cardiovascolare (CVD) ed è un fattore di rischio per scompenso cardiaco (HF). Circa il 40% dei pazienti con DMT2 sono affetti da malattia renale cronica (CKD).

Di qui la necessità dei clinici di avere a disposizione nuovi composti efficaci sia sulla patologia che sul alcune importanti complicanze. Prima del 2015, i farmaci ipoglicemizzanti hanno dimostrato di ridurre solo in misura modesta la progressione della nefropatia diabetica durante il trattamento intensivo, mentre non sono stati riscontrati benefici nelle complicanze macrovascolari e nella morte per cause cardiovascolari (CV).

Negli ultimi anni è stato dimostrato che una nuova classe di farmaci, gli inibitori dello SGLT2, è in grado di rallentare la progressione della malattia renale diabetica e di migliorare gli outcome cardiovascolari grazie a un innovativo meccanismo d’azione capace di esercitare effetti metabolici benefici nel paziente con diabete. Induce infatti una significativa escrezione urinaria del glucosio in eccesso, con conseguenti riduzione della glucotossicità, deplezione del sodio corporeo e aumento della produzione di energia a livello cardiaco attraverso un aumento dell’ossidazione del glucosio e degli acidi grassi. Altri peculiari effetti sono dimostrati a livello di protezione sui cardiomiociti. Tra i vantaggi di questi composti vi sono la via di somministrazione, che è quella orale, la completa indipendenza della loro azione dall’insulina e il basso rischio di indurre ipoglicemie. Queste caratteristiche ne permettono l’impiego in qualunque fase della malattia diabetica e li rendono farmaci potenzialmente utili anche nel trattamento del DMT1. La FDA e l’EMA hanno approvato quattro inibitori del SGLT2: canagliflozin,dapagliflozin, empagliflozin ed ertugliflozin.

L’ertugliflozin, di recente introduzione in Italia, è un nuovo, potente e selettivo SGLT2 inbitore. I risultati di nove studi di fase III facenti parte di un programma di sviluppo clinico di ertugliflozin, denominato eValuation of ERTugliflozin effIcacy and Safety (VERTIS), che ha coinvolto circa 12.600adulti affetti da DMT2, hanno contribuito largamente all’approvazione di ertugliflozin per la terapia del DMT2. L’ertugliflozin, utilizzato in monoterapia e come add-on alla metformina o a una sulfanilurea, ha dimostrato di migliorare sensibilmente il controllo glicemico, ridurre la pressione arteriosa, quasi azzerare il tasso di ipoglicemia e ridurre il peso corporeo. Purtroppo il DMT2 è una malattia cronica ad andamento progressivo per cui, con il tempo, la maggior parte dei pazienti andrà incontro alla necessità di un’intensificazione della terapia. Vista la patogenesi multifattoriale, è auspicabile l’utilizzo in combinazione di molecole con meccanismi d’azione complementari e a basso rischio di ipoglicemia. In quest’ottica l’associazione di ertugliflozin con sitagliptin può essere considerata una combinazione particolarmente adatta. Nei pazienti con DMT2 non controllato con l’uso di metformina, l’associazione di ertugliflozin con sitagliptin 100 ha consentito di ottenere un maggior controllo glicemico rispetto ai singoli farmaci per 52settimane. I risultati dei recenti trial che hanno previsto l’uso degli SGLT2i hanno indotto le società scientifiche diabetologiche e cardiologiche ad aggiornare le linee guida internazionali sulla gestione e la prevenzione della malattia cardiovascolare nei pazienti con DMT2, indicando un ruolo di primo piano per gli inibitori dello SGLT2. Pertanto mi auguro che questo volume possa essere un utile strumento di aggiornamento e di approfondimento su un argomento in rapida evoluzione che sta modificando profondamente l’approccio terapeutico nel DMT2.

 

Amodio Botta

Direttore U.O. di Diabetologia e Nutrizione Clinica

Azienda Ospedaliera di Rilievo Nazionale e di Alta Specialità “S. Giuseppe Moscati”, Avellino

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