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Interviste

Nuova legge Gelli: intervista all’Onorevole

1 Giu 2017
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La nuova legge 24/2017 (legge Gelli) dedicata alla responsabilità professionale del medico tratta, in particolare, di “disposizioni in materia di sicurezza delle cure e della persona assistita, nonché in materia di responsabilità professionale degli esercenti le professioni sanitarie”.

Per approfondire queste tematiche riportiamo di seguito l’intervista pubblicata sul secondo numero 2017 della rivista SIMG all’Onorevole Federico Gellicomponente della XII Commissione (Affari Sociali), della Commissione Parlamentare per la Semplificazione e della Commissione Parlamentare di Inchiesta sul Sistema di Accoglienza, di Identificazione ed Espulsione, nonché sulle Condizioni di Trattenimento dei Migranti e sulle Risorse Pubbliche Impegnate.

Onorevole Gelli, ora che è finalmente giunto a conclusione il percorso della Legge che porta il Suo nome, quali sono le impressioni, le valutazioni e gli auspici che Lei sente di dare in questo momento?

Come prima cosa devo riconoscere che c’è stato un grande riscontro positivo per l’approvazione di una legge che era attesa da almeno 15-20 anni. Questo apprezzamento è arrivato soprattutto da parte di tutti degli operatori sanitari che lavorano nel nostro Paese. Finalmente il Parlamento è riuscito a deliberare una serie di provvedimenti organici che affrontano tutti i temi della sicurezza delle cure e del rischio professionale. Anche il mondo del diritto ha sostanzialmente espresso un parere favorevole al testo finale. Stiamo quindi parlando dei giudici e avvocati che a breve saranno chiamati ad applicare e interpretare queste norme. I nuovi provvedimenti disciplineranno ambiti e settori della responsabilità professionale che fino ad oggi erano confinati in una zona nebulosa. Il primo bilancio che posso dare è quindi estremamente positivo. Abbiamo ottenuto uno straordinario risultato ma siamo solo all’inizio di un nuovo percorso che coinvolgerà tutta la sanità italiana.

C’è stato un apprezzamento generalmente positivo alla Sua legge, da parte di molte Istituzioni e Società Scientifiche mediche, tra cui quello della SIMG. Il nostro Presidente ha commentato che “È una legge di civiltà che segna un tassello decisivo nella riorganizzazione delle professioni sanitarie”. Quale messaggio intende dare ora alle Società Scientifiche e alla SIMG?

Dopo il via libera, da parte di Montecitorio e Palazzo Madama, stiamo lavorando ai decreti attuativi che ricordiamo dovranno rispettare i tempi previsti dalla legge stessa. Uno di questi riguarderà proprio la regolamentazione della produzione delle Linee Guida. Per questo rivolgo un appello alle Società scientifiche affinché inizino a ragionare sui requisiti e i riferimenti che disciplinano i meccanismi per l’accreditamento, presso il ministero della salute, dei soggetti che realizzeranno le Linee Guida.

Ora ci saranno da sciogliere i nodi di quanto previsto dall’articolo 5, in modo particolare le raccomandazioni di buona pratica clinica previste dalle Linee Guida elaborate dalle Società Scientifiche. Quali ostacoli prevede a questo percorso e quali tempi si aspetta? Soprattutto, quali si aspetta che siano le risposte e le azioni da mettere in campo in questo complesso cammino, da parte dei medici e delle loro Associazioni in particolare?

Esistono senza dubbio delle complessità che comunque potranno essere risolte. In Italia sono attive moltissime associazioni mediche, si stima che siano in totale oltre 500. Si pone dunque un problema oggettivo da affrontare in tempi rapidi. L’accreditamento dovrà per forza prevedere anche una selezione delle Società Scientifiche che sono interessate a intraprendere questo nuovo percorso. Perché bisogna riconoscere che non tutte le Società sono uguali e possono avere la stessa importanza. La SIMG, per esempio, è per sua stessa natura un interlocutore ideale per tutte le istituzioni sanitarie italiane. Rappresenta infatti le migliaia di medici di medicina generale che sono presenti e attivi su tutto il territorio nazionale. Questo principio di unità però non viene sempre rispettato in altri ambiti della medicina. Spesso all’interno della stessa branca troviamo tre, quattro a volte addirittura cinque diverse Società. Per il futuro quindi molto dipenderà dalla volontà di questi soggetti di intraprendere percorsi di aggregazione tra le varie realtà per poter così rappresentare la stragrande maggioranza degli specialisti di un determinato settore. Ovviamente l’accreditamento dovrà rispettare scrupolosamente i requisiti stabiliti dalla legge e dal successivo decreto attuativo.

Converrà che, sempre nell’ambito delle Linee Guida o semplicemente delle raccomandazioni di buona pratica clinica, esistono ampie zone F. Gelli 6 Rivista Società Italiana di Medicina Generale N.2 2017 grigie in cui sarà verosimilmente complicato addentrarsi e soprattutto promulgare codici di comportamento clinico basati su solide evidenze e non emendabili.Come pensa che sarà risolto questo problema?

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Io sono fortemente convito che le Linee Guida siano uno strumento importante ma non potranno essere l’unico punto di riferimento per il comportamento dei medici e di tutti gli altri operatori sanitari. Credo che un punto importante sul quale dobbiamo lavorare tutti insieme sia quello delle cure pratiche clinico-assistenziali. Dovranno svolgere il ruolo di integrazione delle Linee Guida. Infine dobbiamo ricordare che la legge afferma con estrema chiarezza che comunque anche il professionista deve avere una propria discrezionalità. Si possono, infatti, creare situazioni cliniche che non sono disciplinate da nessuna Linea Guida o da altri documenti accreditato presso il Ministero di Lungotevere Ripa. In queste specifiche situazioni la decisione spetta per forza al singolo camicie bianco che, in scienza e coscienza, deve decidere autonomamente come comportarsi e quali scelte prendere per garantire al paziente l’assistenza migliore.

In che modo è convinto che tale legge ridurrà contenziosi e iniquità tra cittadini e sanitari e in che misura potrà contribuire a un modello più virtuoso della nostra sanità?

Il testo della legge tende a stabilire un nuovo equilibrio nel rapporto tra l’alleanza terapeutica tra medico e paziente. Da una parte sono aumentate le tutele e le garanzie degli operatori della sanità. L’obbiettivo finale è sempre quello di rendere il loro lavoro più sereno nell’interesse di tutti. Dall’altra invece dà ai cittadini la possibilità di accedere a un risarcimento economico in tempi molto più rapidi e certi. Questo avverrà attraverso alcuni strumenti che abbiamo inserito nel testo della legge come l’azione diretta sulla compagnia di assicurazione, la conciliazione obbligatoria o l’istituzione del fondo di garanzia di solidarietà per coloro che hanno subito un danno.

La nuova legge riuscirà a mettere freno al ricorso alla medicina difensiva?

È uno degli obiettivi che ci siamo posti quando abbiamo scritto le varie norme che compongono il provvedimento. Se un medico potrà svolgere più tranquillamente il proprio lavoro non ci sarà bisogno di ricorrere a strumentazioni, visite, prestazioni o attività mediche inappropriate, compresi esami strumentali-diagnostici o ricoveri ospedalieri. La legge mette a tutela, e in garanzia, da un punto di vista penale e civile il professionista. Questo dovrebbe portare, dopo un adeguato periodo di tempo, a una riduzione della medicina difensiva. Possiamo ottenere così importanti risparmi di risorse da reinvestire nel nostro sistema sanitario nazionale.

 

Leggi “La nuova responsabilità civile del medico e della struttura sanitaria” il commento aggiornato alla riforma Gelli.
Per approfondire l’argomento sulla responsabilità medica consulta la rivista trimestrale Responsabilità Medica – Diritto e pratica clinica.

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