Medicina di Famiglia e Specialistica
Metabolismo

Vitamina D e demenza

4 Gen 2022

da Vitamin D UpDates

Riassunto

Numerose evidenze derivanti da studi sperimentali, perlopiù condotti su modelli in vitro o modelli animali, sembrerebbero indicare come la vitamina D giochi un ruolo nella fisiologia e nella fisiopatologia del sistema nervoso, potenzialmente determinante anche nella patogenesi di alcune malattie degenerative, quali la demenza. La vitamina D sembrerebbe infatti esercitare un effetto neurotrofico, neuroprotettivo, e neuroplastico, e sarebbe coinvolta anche nella sintesi di alcuni neurotrasmettitori. I dati derivanti dagli studi prospettici osservazionali hanno confermato chiaramente le osservazioni sperimentali, dimostrando un’associazione inversa tra stato vitaminico D (concentrazione di 25-idrossi-vitamina D) e incidenza di demenza, con una relazione di tipo dose-risposta. A oggi, gli studi di intervento con colecalciferolo nella riduzione del rischio di demenza non hanno riportato risultati positivi, prevalentemente in relazione a significativi limiti in termini di disegno sperimentale, regimi terapeutici, numerosità della popolazione in esame e durata del follow-up. Studi disegnati ad hoc e metodologicamente più appropriati sono necessari per definire il potenziale effetto benefico del colecalciferolo nella prevenzione del rischio di demenza.

 

LA VITAMINA D E IL SISTEMA NERVOSO CENTRALE E PERIFERICO

Numerose evidenze scientifiche suggeriscono come la vitamina D giochi un ruolo nella fisiologia e nella fisiopatologia del sistema nervoso centrale (SNC) e periferico. È stato infatti ipotizzato come la deficienza di vitamina D possa giocare un ruolo nella patogenesi di alcune malattie neuro-degenerative, tra cui la demenza, la malattia di Parkinson, la sclerosi multipla e la sclerosi laterale amiotrofica. Numerose osservazioni supporterebbero un coinvolgimento della vitamina D nei processi fisiologici e fisiopatologici del SNC. Il recettore della vitamina D (VDR) è distribuito in maniera ubiquitaria nel SNC e periferico. La topografia della distribuzione del VDR, inizialmente definita nei ratti/criceti, è stata infatti successivamente confermata e precisata anche negli esseri umani. Il VDR sarebbe infatti espresso a livello dei neuroni e delle cellule gliali di numerose aree del sistema nervoso, tra cui la corteccia (ad es. temporale, frontale, parietale), il cervelletto, il midollo spinale e i nuclei della base.  All’interno del SNC è stata anche identificata l’attività della 25-idrossilasi e della 1a-idrossilasi, indicative di una produzione paracrina di 1,25-di-idrossi-vitamina  D [1,25(OH)2D].

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