Medicina di Famiglia e Specialistica
Dolore

VIDEO – Low back pain: dall’inquadramento patologico al corretto approccio terapeutico

23 Mar 2022

Giovanni Iolascon

Dipartimento Multidisciplinare di Specialità Medico-Chirurgiche e Odontoiatriche, Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”

Introduzione

La lombalgia è una sindrome dolorosa localizzata nella regione posteriore del tronco, intesa come patologia cronica, quindi della durata di oltre 12 settimane, colpisce circa una persona su tre. In genere è dovuta a fenomeni di natura meccanica che causano una irritazione e compressione di alcuni fasci nervosi.

È una condizione complessa, multifattoriale dovuta all’interazione di diversi fattori di rischio, pertanto l’approccio multidiscliplinare è necessario per valutare e gestire il paziente nel modo più appropriato.

A questo proposito è stato introdotto il modello bio-psico-sociale, in pratica una strategia di approccio alla persona che si oppone ad una concezione classica della salute che seguiva un modello bio-medico nel quale era la malattia la centro.

Con il modello bio-psico-sociale invece, è il paziente ad essere parte integrante della gestione della sua condizione di salute, di conseguenza il paziente non è più solo il portatore di un processo patologico in atto, bensì il risultato di un insieme di aspetti psicologici, ambientali, sociali e familiari che possono influenzare non solo stato di salute, ma anche la percezione della condizione di dolore acuto o cronico che lo caratterizza.

La lombalgia può essere suddivisa in tre forme tipiche:

Acuta se ha una durata e si risolve entro le 6 settimane

Persistente se di risolve tra le 6 e le 12 settimane

Cronica oltre le 12 settimane

Questa suddivisone non è solo temporale ma ha anche un riscontro nella gestione differenziata della terapia.

infatti laddove la lombalgia è acuta il primo livello di intervento è a cura del medico di medicina generale che attuerà un approccio multimodale non farmacologico e una terapia farmacologica non massiva.

Nel caso invece di persistenza o cronicità della patologia lombare ai suddetti presidi che rimangono validi, si aggiungerà anche un maggiore utilizzo di farmaci più idonei, cosiddetti di seconda linea.


GUARDA LA VIDEO-INTERVISTA


PER APPROFONDIMENTI:

Articolo tratto da Rivista MEDICINA GENERALE 

 


 

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