Medicina di Famiglia e Specialistica
Geriatria

L’approccio eterogeneo per raggiungere la longevità: l’esperienza dei centenari italiani

12 Giu 2024
centenari

da Journal of Gerontology and Geriatric the official journal of the Italian Society of Gerontology and Geriatrics (SIGG)

 

Abstract

Negli ultimi decenni le persone che raggiungono la vecchiaia stanno aumentando in modo esponenziale e i centenari rappresentano il gruppo in più rapida crescita. L’invecchiamento è caratterizzato da un continuo adattamento dell’organismo all’esposizione a stress che dura tutta la vita e che porta a una rilevante complessità clinica. È ragionevole pensare che i centenari non sfuggano al declino fisiologico o alle malattie e sindromi legate all’età, ma il ritmo di tali processi è abbastanza lento da essere controbilanciato dalla loro maggiore capacità di rispondere agli stress. Pertanto, a seconda della capacità di ogni persona di rispondere con successo o meno ai fattori di stress, il processo di invecchiamento cambia, portando a fenotipi estremamente eterogenei, particolarmente evidenti tra i centenari.
In una coorte di centenari italiani, l’elevata eterogeneità dello stato di salute è stata ben colta dall’indice di fragilità (FI) calcolato utilizzando variabili cliniche. Sorprendentemente, nella stessa coorte, l’indice di fragilità calcolato utilizzando variabili biologiche ha mostrato valori mediamente più bassi e una distribuzione più ristretta rispetto a quello clinico. È interessante notare che questi centenari hanno mostrato livelli più elevati di T4 libero nel sangue (FT4) e di ormone stimolante la tiroide (TSH) e livelli più bassi di T3 libero nel sangue (FT3) e di rapporto FT3/ FT4 rispetto alle persone più giovani. Inoltre, il loro profilo endocrino era caratterizzato da alti livelli di adiponectina e sensibilità all’insulina e da bassi livelli di fattore di crescita insulinico-1 (IGF-1) e leptina.
Con queste premesse, gli studi sui centenari aprono una finestra sulla longevità estrema. Il rimodellamento metabolico di queste persone è suggestivo di benefici che giocano un ruolo critico e positivo nel modellare un invecchiamento sano.

 

Epidemiologia dei centenari italiani

La quantità di persone che raggiungono l’età avanzata sta crescendo in modo esponenziale negli ultimi decenni. L’ultima sintesi del World Population Prospects indica che la popolazione mondiale di età pari o superiore a 65 anni dovrebbe passare dal 10% nel 2022 al 16% nel 2050. Entro il 2050, si prevede che il numero di persone di 65 anni o più in tutto il mondo sarà più del doppio del numero di bambini sotto i 5 anni e circa lo stesso numero di bambini sotto i 12 anni. A causa del vantaggio femminile nell’aspettativa di vita, le donne superano gli uomini in età avanzata in quasi tutte le popolazioni. A livello globale, nel 2022 le donne costituivano il 55,7% delle persone di 65 anni o più e la loro quota tenderà a diminuire leggermente fino a raggiungere il 54,5% nel 20501.

Per quanto riguarda l’Europa, si prevede che il numero di persone molto anziane sarà più che raddoppiato tra il 2019 e il 2050. In particolare, il numero di persone di 85 anni o più aumenterà da 12,5 milioni nel 2019 a 26,8 milioni entro il 2050, mentre si stima che il numero di centenari (persone di 100 anni o più) crescerà da 96.600 nel 2019 a quasi mezzo milione entro il 2050 2.

In Italia al 1° gennaio 2022 si stimavano 20.159 persone di 100 anni e oltre, di cui 16.769 donne (82,18%) 3. Dopo una crescita costante fino al 2015, il numero di centenari è in gran parte diminuito a causa della riduzione del tasso di natalità durante la Prima Guerra Mondiale. Il numero è tornato a crescere a partire dal 2020.

 

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