Medicina di Famiglia e Specialistica
Nutrizione

La telemedicina: un valido strumento per la gestione della celiachia

27 Nov 2023
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dr. Andrea Costantino

Gastroenterologia ed Endoscopia, Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico, Milano

 

La telemedicina è definita come “la fornitura di servizi sanitari e assistenziali il cui accesso è esteso dalla tecnologia”1. Essa comprende non solo l’erogazione dell’assistenza sanitaria in termini di diagnosi e di trattamento delle malattie, ma anche diverse altre attività, come l’educazione e la promozione della salute pubblica2.
La telemedicina è in grado di aumentare l’accesso all’assistenza sanitaria per i pazienti distanti e può consentire anche agli operatori sanitari di avere una programmazione più flessibile e una maggiore efficienza in termini di tempi3. Ad oggi, grazie ai computer e ai telefoni cellulari, gli operatori sanitari possono interagire a distanza con i pazienti attraverso delle modalità sincrone, come le televisite, che consentono consultazioni interattive con degli interventi immediati, o attraverso delle modalità asincrone (ad esempio, le e-mail e i messaggi)2.
Le televisite possono essere uno strumento prezioso e dalle grandi potenzialità nella società moderna. Nonostante il loro utilizzo sia incrementato durante la pandemia da COVID-19, in Italia il loro ruolo è ancora marginale nella pratica clinica quotidiana, poiché la comunicazione a distanza con i pazienti avviene in gran parte tramite e-mail e messaggi. Tuttavia, i pazienti trovano spesso queste forme di comunicazione insoddisfacenti, a causa del possibile ritardo o della mancata risposta da parte degli operatori sanitari4.
Va inoltre considerato che fino a dicembre 2020 non esistevano delle leggi o dei regolamenti chiari del Sistema Sanitario Nazionale che indirizzassero o riconoscessero ufficialmente la telemedicina come strumento per svolgere ed erogare l’assistenza sanitaria. Ad oggi, invece, le televisite possono rappresentare uno strumento per tutti i pazienti italiani affetti da malattie croniche come la celiachia, e sono regolamentate sia a livello giuridico sia a livello delle società scientifiche5.

La celiachia è fra le più comuni malattie autoimmuni croniche, con una prevalenza intorno all’1% nella popolazione; la dieta priva di glutine corretta è attualmente l’unico trattamento efficace. Tuttavia, una piena aderenza alla dieta è molto difficile da raggiungere, e perciò i pazienti dovrebbero essere seguiti regolarmente per la valutazione dei sintomi e dell’aderenza dietetica.
Uno studio condotto in più centri italiani ha dimostrato un alto tasso di soddisfazione riguardo la telemedicina tra i pazienti con celiachia6. Uno studio che abbiamo condotto all’Ospedale Policlinico di Milano ha dimostrato la buona fattibilità delle televisite e un atteggiamento molto positivo da parte dei pazienti con malattia celiaca nei confronti delle televisite eseguite durante il primo lock-down del COVID-197. È probabile che la pandemia abbia contribuito ad aumentare la fiducia nelle prestazioni eseguite lontano da uno studio medico, valicando i possibili timori relativi all’utilizzo delle nuove tecnologie. Questo alto tasso di fiducia positivo può essere fondamentale per proporre e per implementare la telemedicina con successo anche in altri centri.

La diffusione della telemedicina potrebbe essere limitata nei pazienti che non hanno familiarità con le tecnologie digitali, ma il caregiver potrebbe aiutare coloro che sono potenzialmente esclusi dall’assistenza remota per tale motivo.
Considerando che la stretta aderenza a una dieta senza glutine è l’unica terapia, il monitoraggio remoto potrebbe svolgere un ruolo importante in diversi modi. Le televisite gastroenterologiche e nutrizioniste possono infatti essere eseguite utilizzando dei questionari validati e facili da somministrare, che sembrano essere uno strumento ottimale per valutare l’aderenza terapeutica8. Il paziente, durante la televisita, può mostrare al medico in maniera sicura i propri esami di laboratorio, come i valori degli anticorpi o degli indici nutrizionali. Inoltre, in casi selezionati, l’utilizzo di test point-of-care e autosomministrati per monitorare la dieta potrebbe fornire un importante supporto. Tra questi, il rilevamento urinario dei peptidi immunogenici del glutine è un test con l’obiettivo di rivelare l’ingestione involontaria di glutine. Grazie alle nuove tecnologie, introdotte per la rilevazione del glutine negli alimenti e nei campioni biologici (urina e feci), si può supportare il monitoraggio della malattia attraverso dei test con una buona accuratezza diagnostica, che potrebbero essere utilizzati anche da remoto9,10.
Grazie all’assistenza da remoto, i pazienti affetti da celiachia possono essere aiutati in maniera agevole nel seguire le indicazioni dietetiche con maggiore consapevolezza e costanza, ad esempio nella scelta dei prodotti certificati senza glutine, nelle indicazioni corrette su come variare la dieta e su come evitare le possibili contaminazioni.
Nel prossimo futuro è probabile che la telemedicina possa essere utilizzata per visitare i pazienti asintomatici e con una malattia lieve, nonché per semplificare il follow-up dei pazienti sintomatici. Inoltre, essa potrebbe essere utilizzata come visita di triage, al fine di selezionare i pazienti che richiedono ulteriori esami (di laboratorio o endoscopici) o visite di persona e quelli che non li richiedono.

Se la fiducia nella telemedicina verrà consolidata, sia da parte degli operatori sanitari nel proporre questa metodica, sia da parte dei pazienti nell’accettare le televisite come una valida alternativa alla visita in persona, il sistema sanitario potrà ottimizzare le risorse disponibili, aumentando la qualità dell’assistenza per tutti i pazienti affetti da malattia celiaca.

 

Bibliografia

  1. American Telemedicine Association (ATA). Telehealth Basic. https://www.americantelemed.org/resource/why-telemedicine/
  2. Wilson LS, Maeder AJ. Recent directions in telemedicine: review of trends in research and practice. Healthc Inform Res 2015;21:213-222. https://doi.org/10.4258/hir.2015.21.4.213
  3. Dorsey ER, Topol EJ. State of telehealth. N Engl J Med 2016;375:154-161. https://doi.org/10.1056/NEJMra1601705
  4. Daschle T, Dorsey ER. The return of the house call. Ann Intern Med 2015;162:587-588. https://doi.org/10.7326/M14-2769
  5. Costantino A, Bortoluzzi F, Giuffrè M, et al. Correct use of telemedicine in gastroenterology, hepatology, and endoscopy during and after the COVID-19 pandemic: Recommendations from the Italian association of hospital gastroenterologists and endoscopists (AIGO). Dig Liver Dis 2021;53:1221-1227. https://doi.org/10.1016/j.dld.2021.06.032
  6. Siniscalchi M, Zingone F, Savarino EV, et al. COVID-19 pandemic perception in adults with celiac disease: an impulse to implement the use of telemedicine. Dig Liver Dis 2020;52:1071-1075. https://doi.org/10.1016/j.dld.2020.05.014
  7. Costantino A, Roncoroni L, Noviello D, et al. Nutritional and Gastroenterological Monitoring of Patients With Celiac Disease During COVID-19 Pandemic: The Emerging Role of Telemedicine and Point-of-Care Gluten Detection Tests. Front Nutr 2021;8:622514. https://doi.org/10.3389/fnut.2021.622514
  8. Leffler DA, Dennis M, Edwards George JB, et al. A simple validated gluten-free diet adherence survey for adults with celiac disease. Clin Gastroenterol Hepatol 2009;7:530-536.e2. https://doi.org/10.1016/j.cgh.2008.12.032
  9. Moreno ML, Cebolla Á, Muñoz-Suano A, et al. Detection of gluten immunogenic peptides in the urine of patients with coeliac disease reveals transgressions in the gluten-free diet and incomplete mucosal healing. Gut 2017;66:250-257. https://doi.org/10.1136/gutjnl-2015-310148
  10. Costa AF, Sugai E, Temprano MP, et al. Gluten immunogenic peptide excretion detects dietary transgressions in treated celiac disease patients. World J Gastroenterol 2019;25:1409-1420. https://doi.org/10.3748/wjg.v25.i11.1409

 

 

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