Medicina di Famiglia e Specialistica
Salute e sanità

L’ Urban Health in pratica: active and green city project

14 Gen 2022

di Giuseppe Fatati Presidente Italian Obesity Network

Urbanizzazione e malattie croniche

L’urbanizzazione globale sta cambiando sia il luogo, sia il modo in cui viviamo; l’ambiente delle città è molto diverso da quello in cui si è evoluto l’uomo, con conseguenze potenzialmente importanti per la salute 1.

La recente pandemia ha catalizzato l’attenzione e le risorse del Sistema Sanitario, ma non va dimenticato che le cosiddette malattie croniche non comunicabili (NCDs), diabete, obesità, cancro, malattie cardiovascolari e bronco-polmonari croniche, sono responsabili del 70% della disabilità nel mondo, con un costo complessivo che raggiunge il 75% del PIL.

Per causa loro muoiono 41 milioni di persone ogni anno, pari al 71% di tutti i decessi. Un dato nettamente superiore a quello che il Ministero della Salute ha comunicato per COVID-19: 5.232.562 morti dall’inizio della pandemia al 3 dicembre 2021.

Nei Paesi industrializzati si è passati, nell’ultimo secolo, da una situazione sanitaria ricca di patologie acute e infettive ad alta mortalità a una in cui, accanto al miglioramento dell’aspettativa di vita, predominano le NCDs che comportano una limitazione dell’autonomia personale, un evidente disagio psichico e un peggioramento della qualità di vita.

Le NCDs vengono considerate una delle sfide epocali per tutti i sistemi sanitari a causa dell’inarrestabile crescita e per la maggior parte di loro si è coniato il termine di patologie urbane, tanto che a livello internazionale si parla di urban diabetes e urban obesity.

Un dato su tutti: la prevalenza del diabete nei contesti urbani raggiunge il 10,2% contro il 6,9% dei contesti rurali. Proprio obesità e diabete sembrano destinate a un incremento difficilmente reversibile considerando che nel 1800 solo il 2% della popolazione mondiale viveva in città contro il 54% odierno; si stima che nel 2050 il 75% della popolazione risiederà in un contesto urbano.

In relazione alla densità di popolazione, le città presentano le condizioni ideali anche per qualsiasi infezione umana trasmessa direttamente (ad esempio, influenza, morbillo e tubercolosi).

La sedentarietà e l’alimentazione non corretta sono i principali fattori di rischio per le malattie croniche non trasmissibili.

Documenti e strategie di contrasto

Per contrastare quella che potremmo definire una deriva ambientale urbana sono stati prodotti a livello nazionale numerosi documenti.

Nel 2017, in occasione del G7, è stato firmata dal Ministero della Salute e dall’ANCI la Urban Health Roma Declaration 2, un documento che definisce gli aspetti strategici di azione per migliorare la salute nelle città attraverso un approccio di tipo individuale olistico e di tipo multisettoriale, per quanto attiene alle politiche di promozione della salute.

Nel 2020 è stata presentata la Carta di Milano sull’Urban Obesity 3 che può essere definita una call to action che impegna cittadine e cittadini a contribuire a lasciare un mondo più sano, più equo e sostenibile alle future generazioni attraverso i comportamenti virtuosi di seguito elencati:

  1. consumare solo quantità di cibo sufficienti al fabbisogno, assicurandoci che sia consumato prima che deperisca, donato se in eccesso e conservato in modo tale che non si deteriori;
  2. adottare stili di vita più salutari;
  3. evitare lo spreco di cibo e acqua in tutte le attività quotidiane, domestiche e produttive;
  4. adottare comportamenti responsabili e pratiche virtuose, al fine di proteggere l’ambiente;
  5. promuovere l’educazione alimentare e ambientale in ambito familiare per una crescita consapevole delle nuove generazioni;
  6. scegliere consapevolmente gli alimenti, considerando l’impatto della loro produzione sull’ambiente;
  7. essere parte attiva nella costruzione di città più sostenibili, anche attraverso soluzioni innovative, frutto del nostro lavoro, della nostra creatività e ingegno.

Nel marzo 2021, la Commissione Europea ha emesso una nota in cui definisce l’obesità malattia cronica recidivante e progressiva, che a sua volta funge da porta d’accesso alle altre malattie non trasmissibili 4.

Questo documento fornisce all’obesità lo stato formale e vincolante di malattia cronica non trasmissibile (NCD).

Anche nella recente pandemia l’obesità ha giocato un ruolo prioritario: è stata rilevata un’associazione significativa tra la prevalenza del sovrappeso, mortalità e morbilità. Circa il 30% dei ricoveri per COVID-19 sono attribuibili a sovrappeso e obesità con un costo per il periodo 2020-2025 superiore ai 6-7 trilioni di dollari.

La World Obesity Federation ribadisce che COVID-19 è solo l’ultima di una serie di malattie virali respiratorie che ci hanno colpito. Ci sono tutte le ragioni per presumere che le future malattie infettive seguiranno schemi simili e che una popolazione in sovrappeso, aumenterà la probabilità di un’altra pandemia 5.

Urban Health

Per tali motivi sempre più spesso si parla di urban health, ovvero di un orientamento strategico che integra le azioni di promozione della salute nella progettazione territoriale, favorendo processi di rigenerazione urbana 6.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) specifica che la creazione di una società attiva richiede il pieno impegno di tutte le parti interessate per garantire soluzioni realizzabili.

L’Urban Health Rome Declaration definisce le azioni per migliorare la salute urbana e incoraggia la creazione di iniziative locali per promuovere l’adesione dei cittadini ai programmi di prevenzione primaria, con particolare riferimento alle malattie croniche.

Il progetto Active and Green City

Il Centro Ricerche Attività Motorie di Terni (CRAM Terni) seguendo tali indicazioni ha ideato un progetto dal titolo Active and Green City project che si propone di collegare e integrare diverse realtà cittadine per declinare in modo operativo e pratico i quattro obiettivi strategici dell’OMS 7 per l’attività fisica (active society, active environments, active people, active systems) e i principi basilari di un’alimentazione sostenibile sostenuti dalla FAO.

Le diete sostenibili devono essere rispettose della biodiversità e degli ecosistemi, culturalmente accettabili, accessibili economicamente, giuste e convenienti, nutrizionalmente adeguate, sicure e in grado di ottimizzare le risorse naturali e umane 8.

Il ruolo del CRAM è quello di costruire dinamiche di rete svolgendo attività di Core Network e coordinare iniziative di comunicazione, aggiornamento e intervento cercando di trasformare Terni in città-laboratorio capace di influenzare le realtà nazionali.

Il progetto è stato diviso in 5 sottoprogetti, con board scientifici specifici, corrispondenti ai 5 punti elencati nelle finalità e in particolare:

Active society: ovvero provare a costruire società attive (norme e comportamenti sociali);

Active environments: costruire ambienti di vita attivi (spazi e luoghi);

Active people: promuovere stili di vita attivi (programmi e opportunità);

Active systems: orientare i sistemi di governo alla promozione dell’attività fisica e della salute;

Sustainable Diets: implementare la conoscenza delle diete sostenibili a basso impatto ambientale che contribuiscono alla sicurezza alimentare e nutrizionale, rispettose della biodiversità e della cultura locale, oltre che accessibili ed economicamente eque e convenienti.

I sottoprogetti vanno consideranti elementi dinamici e interconnessi di un unico progetto.

Il primo sottoprogetto attivato, Vivi la città, vivi meglio, ha come obiettivo quello di integrare attività fisica e alimentazione sostenibile per migliorare la salute dei cittadini. Inoltre si prefigge di salvaguardare e implementare l’identità culturale attraverso la riscoperta della storia della città, della cultura locale, della cucina tradizionale e del dialetto.

Il Secondo sottoprogetto, Gli itinerari delle acque, vuole guidare anche le persone con diabete a riscoprire il fiume, le sponde, la flora e la fauna locale seguendo l’assunto che l’acqua è fonte di vita non solo perché è una risorsa preziosa e indispensabile, ma perché le principali civiltà si sono sviluppate lungo i grandi fiumi, i mari e i laghi.

Una piccola nota storica a margine: l’Alto Medioevo vide una notevole espansione della popolazione europea che passò da 35 a 80 milioni tra il 1000 e il 1347. Il problema della sostenibilità dell’alimentazione e dell’ecosistema fu risolto grazie a leggi precise che regolamentavano la pesca, la vendita del pesce e la manutenzione dei ponti e degli argini 9. Proprio nei monasteri (piccoli stati) e in riva ai laghi e ai fiumi si è assistito alla messa in pratica di quei sistemi integrati (agricoltura, acquacultura, industria) che ancora oggi sono obiettivi difficilmente realizzabili. Molte soluzioni utilizzate allora per fronteggiare la crescita di popolazione e le conseguenti richieste alimentari sembrano di notevole attualità (green economy) e degne di essere ricordate e analizzate.

Bibliografia

  1. Flies EJ, Mavoa S, Zosky GR, et al. Urban-associated diseases: Candidate diseases, environmental risk factors, and a path forward. Environ Int 2019;133:105187.
  2. Ministero della salute. Urban Health Rome Declaration. https://www.salute.gov.it › imgs › C_17_EventiStampa_501_interviste Relatori_ itemInterviste_0_file AllegatoIntervista.pdf
  3. http://www.hccmilano.com/stampa/18Maggio2020_CartaDiMilanoUrbanObesity/01_cartaMilanoITA.pdf
  4. Burki T. European Commission classifies obesity as a chronic disease. Lancet Diabetes Endocrinol 2021;9:418. https://doi.org/10.1016/S2213-8587(21)00145-5
  5. World Obesity. COVID-19 and Obesity: the 2021 Atlas. https://www.worldobesity.org/resources/resource-library/covid-19-and-obesity-the-2021-atlas
  6. Freitas Â, Rodrigues TC, Santana P. Assessing Urban Health Inequities through a Multidimensional and Participatory Framework: Evidence from the Euro-Healthy Project. J Urban Health 2020;97:857-875. https://doi.org/10.1007/s11524-020-00471-5
  7. World Health Organization. More Active People for a Healthier World. https://apps.who.int›iris›bitstream›handle PDF
  8. Aldaya MM, Ibañez FC, Domínguez-Lacueva P, et al. Indicators and recommendations for assessing sustainable healthy diets. Foods 2021;10:999. https://doi.org/10.3390/foods10050999
  9. Fatati G. Sustainable diet: history lessons. Recenti Prog Med 2015;106: 540-4.
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