Medicina di Famiglia e Specialistica
Salute e sanità

Indagine nazionale sulla sindrome dell’intestino irritabile

7 Set 2022

a cura di Piercarlo Salari, pediatria e divulgatore medico scientifico – Milano

 

La sindrome dell’intestino irritabile (IBS) rappresenta una delle maggiori sfide tanto per i gastroenterologi quanto per i medici di Medicina generale (MMG): la complessità della sua fisiopatologia, la laboriosità del percorso diagnostico – che deve essere personalizzato ma che purtroppo, in molti casi, oltre a gravare sulla spesa sanitaria, non è efficace e dirimente – e i limiti di efficacia delle varie opzioni terapeutiche sono i principali ostacoli che i clinici devono ogni volta cercare di superare. Senza poi contare il fatto che la stessa definizione, così come stabilita dai criteri di Roma IV, è tuttora oggetto di discussione. A completare, o meglio complicare, questo scenario si aggiungono due ulteriori elementi: il rilevante impatto epidemiologico (la prevalenza mondiale è stimata tra il 10 e il 20% e l’incidenza è intorno all’1,5%, con preponderanza delle donne e della fascia d’età tra 20 e 30 anni) e la percezione da parte dei MMG di un “gap traslazionale” della maggior parte delle linee guida, che sono elaborate dagli specialisti.

 

Una suggestiva indagine nazionale

Alla luce delle premesse poc’anzi illustrate, è stata pianificata un’indagine per verificare il livello di conoscenza e di conseguente applicazione dei criteri diagnostico-terapeutici dell’IBS da parte dei MMG italiani. È stato così inoltrato un invito online a 400 MMG di tre regioni del Nord (Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna), tre del Centro (Toscana, Marche e Lazio) e tre del Sud (Campania, Calabria e Sicilia), suddivisi tra junior e senior a seconda della durata della propria attività professionale, rispettivamente inferiore o superiore a 10 anni. Un questionario anonimo ha sondato le conoscenze e le linee di orientamento dei partecipanti, 235 in tutto (58,75%), la cui età media è risultata di 52 anni, con una maggiore rappresentanza del sesso femminile negli junior e del sesso maschile nei senior.

 

I principali risultati emersi

I dati di maggiore rilevanza che l’indagine ha evidenziato si possono sintetizzare nei punti seguenti:

  • i medici junior hanno dimostrato una maggiore confidenza con i criteri Roma IV e con la scala di Bristol, a dimostrazione di un livello di aggiornamento e di preparazione più elevato rispetto a quello dei colleghi più anziani;
  • dolore addominale, frequenza dell’alvo e gonfiore sono stati indicati con maggior frequenza come i sintomi presi in considerazione a fini diagnostici;
  • relativamente all’eziologia, i medici junior hanno indicato tra le cause più probabili dell’IBS l’alterazione della motilità gastrointestinale e l’intervento di fattori scatenanti psicologici, mentre i senior hanno riportato con maggior frequenza che la difficoltà gestionale e le richieste del paziente sono i principali elementi alla base del consulto specialistico;
  • la pratica clinica del MMG è risultata ancora lontana dalle linee guida formulate dagli specialisti: il dolore addominale correlato alla defecazione e i cambiamenti dell’alvo sono stati considerati in generale i sintomi più importanti per la diagnosi di IBS, ma la maggior parte dei medici di famiglia, indipendentemente dagli anni di esperienza pratica, ha dichiarato di considerare il gonfiore addominale un altro elemento diagnostico suggestivo.

 

Osservazioni conclusive

Una prima evidenza emersa, peraltro attesa dall’indagine, è la necessità di mantenere un aggiornamento continuo sull’IBS, che consenta a tutti i MMG di conoscere il progresso delle acquisizioni e le innovazioni terapeutiche. Al di là dell’informazione e dell’opportuna diffusione delle linee guida, è inoltre fondamentale promuovere un dialogo più attivo tra MMG e gastroenterologi: questi ultimi, infatti, spesso non sono ritenuti sufficientemente “convincenti” nella loro metodologia operativa, che probabilmente viene percepita come eccessivamente distaccata dalla realtà quotidiana della Medicina generale.

In secondo luogo, al fine di un contenimento dei costi come pure di una maggiore soddisfazione degli stessi pazienti, sarebbero opportuni una condivisione di criteri pratici per selezionare i casi da sottoporre allo specialista e un approccio diagnostico “positivo”, basato, cioè, sulle opinioni degli esperti – di cui in questo ambito è stata dimostrata la non inferiorità rispetto alle evidenze di elevata qualità – e non improntato a un percorso per esclusione, che comporta spesso il ricorso a esami e accertamenti, con un maggiore impegno di risorse.

 

Bibliografia

  1. Bellini M, Tosetti C, Rettura F, et al. Translational Gap between Guidelines and Clinical Medicine: The Viewpoint of Italian General Practitioners in the Management of IBS. J Clin Med 2022;11(13):3861. http://doi.org/10.3390/jcm11133861
  2. Neri MC. La sindrome del colon irritabile. Rivista Società Italiana di Medicina Generale 2019; 4(26):46-48.

 

 

 

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