Medicina di Famiglia e Specialistica
Psichiatria

Esitazione vaccinale: esistono implicazioni in psicopatologia?

16 Feb 2022

da Evidence Based Psychiatric Care è Organo Ufficiale della SIP, Società Italiana di Psichiatria

Editoriale

L’esitazione vaccinale è generalmente definita come un “modello comportamentale che va da un ritardo nell’accettazione a un completo rifiuto del vaccino, nonostante la disponibilità del vaccino”.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, è una delle 10 maggiori minacce per la salute pubblica. L’accettazione del vaccino è rappresentata in modo variabile nei diversi Paesi, con i tassi più bassi in Kuwait (23,6%), Giordania (28,4%), Italia (53,7) , Russia (54,9%), Polonia (56,3%), Stati Uniti (56,9%) e Francia (58,9%).

È difficile capire perché una percentuale così rilevante di persone sia così riluttante ad accettare la vaccinazione, tenendo conto delle conseguenze drammatiche, individuali e sociali della Pandemia e il ruolo fondamentale dei vaccini per il superamento del contagio.

Riconosciamo che l’ampia resistenza alla vaccinazione non può essere vista di per sé come irrazionale o antiscientifica, riflettendo a volte preoccupazioni e/o dubbi legittimi. Tuttavia, non possiamo ignorare i dati importanti e recentissimi della ricerca sociologica che riportano che un’ondata di irrazionalità sembra crescere nel nostro Paese. È quanto emerge da una serie di convinzioni condivise da una quota rilevante di italiani come la Terra è piatta (5,8%), l’uomo non è mai sbarcato sulla Luna (10%), il Covid non esiste (5,9%), i vaccini sono inutili e inefficaci (10,9%), senza considerare anche che il 39,9% degli italiani abbraccia convinzioni complottistiche. Questi dati hanno portato a chiedersi se (e in che misura) determinanti psicopatologici possano spiegare tali posizioni, con particolare riferimento all’esitazione vaccinale.

Quest’ultima è stata finora associata ad una serie di fattori demografici e individuali, anche psicologici, con una sostanziale lacuna di conoscenze esistente in merito all’associazione con la psicopatologia. Ad ogni modo, nonostante la relativa scarsità di articoli finora pubblicati sull’argomento, i risultati della letteratura disponibile mostrano un contributo non trascurabile della psicopatologia all’esitazione vaccinale. La prima fonte di informazioni su questo tema è rappresentata da studi su campioni non clinici, solitamente definiti come indagini di comunità, che sono condotti su campioni prelevati dalla popolazione generale.

Alcuni di questi studi mostrano che i sintomi di ansia e/o depressivi aspecifici sembrano non essere correlati all’accettazione/esitazione del vaccino, mentre altri studi riportano che i sintomi di ansia/depressione sono correlati sia a una maggiore propensione alla vaccinazione sia a una maggiore esitazione al vaccino, in particolare tra le donne. Questi risultati contraddittori possono essere interpretati alla luce di altri fattori psicologici che mediano la risposta comportamentale all’eccitazione emotiva, come vedremo in seguito. Altri studi sembrano indicare che l’esitazione o l’accettazione del vaccino possono essere correlate non tanto alla dimensione dell’ansia in generale, quanto piuttosto a specifici tipi di ansia. In effetti, i timori di infezione sembrano essere associati all’accettazione del vaccino mentre i timori di conseguenze socioeconomiche delle pandemie sono più legati all’esitazione al vaccino. L’ansia fobica, in termini di paure di lesioni da iniezioni di sangue 10, è di particolare interesse, non solo per la sua frequenza (circa il 10% del campione studiato) ma anche per essere una barriera potenzialmente superabile alla vaccinazione.

 

Nel complesso, i dati provenienti da studi su campioni di comunità indicano che più alti sono i punteggi di ansia/depressione, maggiore sarà la propensione sia all’esitazione che all’accettazione del vaccino, a seconda della natura dell’ansia, la presenza concomitante di altri affetti correlati come rabbia o depressione e il ruolo di mediazione dei tratti della personalità, generalmente considerati patologici.

 

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