Medicina di Famiglia e Specialistica
Salute e sanità

Disturbi del sonno: perché è importante includerli nella raccolta anamnestica

10 Feb 2023
disturbi-sonno

a cura di Piercarlo Salari, medico e divulgatore medico scientifico – Milano

 

I disturbi del sonno rappresentano una causa importante di compromissione della qualità di vita e, se si considerano le loro potenziali ripercussioni sulla sicurezza e sull’incolumità personale, si possono annoverare tra i più rilevanti fattori di rischio di incidenti stradali e infortuni sul lavoro. Due sono gli aspetti da sottolineare, emersi da uno studio condotto nel 2019 e pubblicato su Scientific Reports da ricercatori dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), dell’Università Bocconi e dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, che hanno raccolto le risposte di 3.120 persone a un questionario1. Innanzitutto la dimensione epidemiologica nazionale: il tempo di sonno di quasi un italiano su tre è insufficiente e uno su sette riporta una qualità insoddisfacente del proprio sonno. Il secondo elemento da considerare è che nel nostro Paese i disturbi del sonno continuano a registrare un incremento e risultano più frequenti nella popolazione anziana e negli individui con un livello socioeconomico inferiore. La tematica è molto ampia e variegata, ma senza entrare nel merito di alterazioni patologiche può essere utile richiamare l’attenzione su due situazioni molto comuni nell’ambulatorio del medico di Medicina generale, che rischiano di essere sottostimate: l’epoca menopausale e la terza età.

 

La menopausa

L’approssimarsi della menopausa è un momento critico per il sonno: dopo vampate di calore e sudorazione, infatti, i disturbi del sonno, come è emerso da un’indagine nazionale, si collocano al terzo posto tra i “fastidi” a più alta prevalenza in questo delicato periodo della vita biologica femminile. I dati più recenti indicano che in perimenopausa dal 16 al 47% delle donne soffrono di disturbi del sonno e che questa percentuale sale al 35-60% in post-menopausa2. La consapevolezza da parte della diretta interessata, da sola, non sempre è però sufficiente: come avviene per altre problematiche, infatti, non è affatto scontato che una donna, malgrado il disagio con cui è costretta a convivere, porti all’attenzione dello specialista o del medico curante la richiesta di una soluzione mirata ed efficace. Già in perimenopausa si verificano irregolari fluttuazioni ormonali, mentre nella post-menopausa si consolida il deficit di estrogeni: tali variazioni comportano un’alterazione dei principali bioritmi, sovvertendo la struttura del sonno, con un’alterazione della qualità in tutte le sue dimensioni – personale, affettiva (sessualità inclusa), familiare, socio-relazionale e lavorativa – e una maggiore propensione allo sviluppo di malattie, in particolare cardiovascolari, a seguito della perdita della circadianità che caratterizza l’andamento della pressione arteriosa3.

 

L’anziano

Nell’anziano il sonno registra importanti cambiamenti, di tipo sia quantitativo (durata) sia qualitativo (efficacia ristoratrice, microarchitettura, in generale caratterizzata da maggiori oscillazioni da sonno profondo a sonno leggero). Inoltre, già a partire dai 40-50 anni d’età si verifica una progressiva riduzione della secrezione notturna e del picco notturno di melatonina, che influisce negativamente sul ritmo circadiano sonno-veglia e sull’andamento del sonno. In altri termini, negli anziani si rileva una maggiore frequenza di vari disturbi del sonno, tra cui in particolare difficoltà di addormentamento e risvegli frequenti e/o precoci: sintomi che un’indagine condotta in Italia aveva riscontrato in circa il 40% degli ultra 65enni4. Una realtà, questa, peggiorata nel corso della pandemia da SARS-CoV-2 ed emersa anche da un sondaggio più recente della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria (SIGG), che ha confermato come il sesso femminile abbia una probabilità del 58% più elevata di soffrire di insonnia.

 

Nuove evidenze

Tra le acquisizioni più recenti e di rilevanza pratica merita di essere sottolineata la conclusione di uno studio longitudinale condotto su 345 operatori sanitari sottoposti a vaccinazione anti-SARS-CoV-2, di cui sono stati monitorati gli effetti collaterali e l’impatto sulla qualità del sonno (mediante il Pittsburgh Sleep Quality Index, PSQI)5. La vaccinazione non si è associata a eventi avversi gravi, ma a ripercussioni temporanee sul sonno, la cui interpretazione non è stata definita; allo stesso modo è emersa una relazione contraria: una ridotta qualità del sonno sembra aumentare la probabilità di effetti collaterali alla vaccinazione. Un’altra evidenza interessante è emersa da uno studio trasversale retrospettivo condotto su 84 pazienti cardiopatici, stratificati in base alla presenza di disturbo depressivo maggiore, notoriamente responsabile di un peggioramento della qualità del sonno6. Nel caso specifico, però, si è identificata una correlazione tra depressione, incremento dell’immunità cellulo-mediata e indice di infiammazione sistemica: un elemento, questo, che giustificherebbe la necessità in questa tipologia di pazienti di un trattamento della depressione, per le sue implicazioni sia sulla vita quotidiana e sul sonno sia sulla prognosi della cardiopatia stessa.

In conclusione, per i loro molteplici risvolti, i disturbi del sonno dovrebbero essere sempre oggetto di indagine nella raccolta anamnestica, soprattutto nelle situazioni in cui per la loro elevata frequenza appaiono per così dire connaturati a un’epoca o a un contesto di vita, ma possono influenzare negativamente dinamiche fisiologiche e funzioni importanti, come per esempio la risposta immunitaria.

 

Bibliografia

  1. Varghese NE, Lugo A, Ghislandi S, et al. Sleep dissatisfaction and insufficient sleep duration in the Italian population. Sci Rep 2020;10:17943. https://doi.org/10.1038/s41598-020-72612-4
  2. Tandon VR, Sharma S, Mahajan A, et al. Menopause and Sleep Disorders. J Midlife Health 2022;13:26-33. https://doi.org/10.4103/jmh.jmh_18_22
  3. Graziottin A. Disturbi del sonno e salute della donna. Rivista SIMG 5/2009. https://www.simg.it/Riviste/rivista_simg/2009/05_2009/4.pdf
  4. Desideri G, Arnaldi D. I disturbi del sonno nell’anziano. Pacini Editore 2022. https://www.pacinimedicina.it/wp-content/uploads/50253_MonoSIGG_2022_Fidia.pdf
  5. Xiao N, Xu X, Ma Z, et al. Sleep quality was associated with adverse reactions after coronavirus disease 2019 vaccination among healthcare workers: A longitudinal paired study. Front Behav Neurosci 2023;16:867650. https://doi.org/10.3389/fnbeh.2022.867650
  6. Cai L, Wei L, Yao J, et al. Impact of depression on the quality of sleep and immune functions in patients with coronary artery disease. Gen Psychiatr 2022;35:e100918. https://doi.org/10.1136/gpsych-2022-100918

 

 

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