Medicina di Famiglia e Specialistica
Psichiatria

Disturbi alimentari nei maschi. Un aggiornamento

2 Dic 2022

da Journal of Psychopathology – Giornale di Psicopatologia

Marco Boni1, Elena Acquarini1, Leonardo Montecchi2
1 DISCUI, Università di Urbino, Urbino, Italia; 2 Direttore della Scuola di Prevenzione “J. Bleger”, Rimini, Italia

 

Riassunto

 

Obiettivo

Nonostante il numero sempre crescente di casi di Disturbi del Comportamento Alimentare (ED) rilevati nel genere maschile, la quasi totalità della letteratura si concentra sulla popolazione femminile. Pertanto, l’obiettivo principale di questa ricerca è quello di offrire un contributo prezioso e aggiornato alla letteratura sulla situazione contemporanea delle ED nei soggetti di sesso maschile, al fine di attivare riflessioni cliniche più mirate sulle differenze specifiche con il genere femminile, in modo da fornire una guida ai professionisti per una migliore comprensione diagnostica e terapeutica.

 

Metodologia

Al fine di raggiungere l’obiettivo del presente studio, è stata condotta un’indagine della letteratura scientifica computerizzata attraverso l’analisi di alcuni importanti database, tra cui PubMed, PsycINFO e ResearchGate. È stato quindi identificato un insieme di parole chiave: “maschi”, “disturbo alimentare”, “anoressia nervosa”, “bulimia nervosa”, “disturbo da alimentazione incontrollata” e “dismorfia muscolare”. Studi che mostrano somiglianze e differenze con il genere femminile in termini di epidemiologia, caratteristiche cliniche, diagnostiche e aspetti terapeutici sono stati estrapolati con l’obiettivo di fornire un aggiornamento teorico-clinico sull’argomento esaminato.

 

Risultati

Da un punto di vista epidemiologico, i casi di ED nei maschi, pur mostrando un’incidenza minore rispetto alle femmine, risultano in costante aumento negli ultimi anni.
Sebbene condividano alcuni aspetti clinici, la ED nei maschi si differenzia da quella riscontrata nelle femmine per quanto riguarda alcuni concetti come l’ideale corporeo, l’uso di metodi di compensazione e, più in generale, la gravità e la comorbilità con altri disturbi psichiatrici.
Diversi studi hanno anche rilevato che i maschi omosessuali e bisessuali tendono a sviluppare più facilmente la ED rispetto ai maschi eterosessuali e all’intera popolazione femminile. Alcuni studi, inoltre, hanno registrato la presenza di ED nei maschi di popolazioni non occidentali, evidenziando come la prevalenza riguardi sempre più aree geografiche.
Per quanto riguarda il trattamento, i pochi studi realizzati sono concordi nell’evidenziare la sovrapposizione di strategie terapeutiche per entrambi i sessi, sia quantitativamente che qualitativamente. Infatti, le linee guida suggeriscono sia per i maschi che per le femmine un approccio multidisciplinare costituito da interventi psicoterapeutici, nutrizionali, medici e farmacoterapeutici. Inoltre, non sembrano esserci differenze significative nel decorso del disturbo, ad eccezione di un andamento leggermente più favorevole nel soggetto maschile.

 

Conclusioni

Nonostante la revisione della letteratura sulla ED nei maschi sia notevolmente cresciuta negli ultimi anni, è di fondamentale importanza continuare a indagare su di essa, poiché diversi aspetti restano ancora da essere approfonditi dalla ricerca futura. Tra questi, oltre alle indicazioni diagnostiche specifiche, alcune aree relative alle differenze di genere a livello di fenomenologia, di insorgenza, di manifestazione dei sintomi, di comorbidità e di esito sono ancora poco indagate.
Oltre a ciò, mancano ancora strumenti psicodiagnostici specifici pensati esclusivamente per la popolazione maschile.
Allo stesso tempo, potrebbe essere opportuno pensare a trattamenti specifici per l’ED maschile.
Infine, la maggior parte degli studi sui disturbi alimentari nei maschi si è concentrata quasi esclusivamente sulla popolazione occidentale, mentre un numero molto minore ha preso in considerazione altre etnie, anche se alcune ricerche hanno riscontrato alti tassi di ED tra altre popolazioni straniere.

 

Parole chiave: disturbo alimentare, maschi, dismorfia muscolare, revisione, aggiornamento

 

 

Introduzione

I disturbi dell’alimentazione (ED) rappresentano un insieme eterogeneo di quadri clinici ad eziologia multifattoriale che hanno in comune un’intensa preoccupazione per il consumo di cibo, peso e forma del corpo 1. Dal punto di vista diagnostico,
il DSM-5 descrive sei forme principali di ED: Pica, Disturbo da ruminazione, Disturbo da evitamento/recidiva del cibo,
Anoressia Nervosa (AN), Bulimia Nervosa (BN) e Disturbo da Alimentazione Incontrollata (BED). Le prime tre forme
citate tendono a manifestarsi più frequentemente nell’età dello sviluppo, mentre le altre tre tendono ad insorgere più frequentemente nell’adolescenza 2; un’evidenza che sta cambiando negli ultimi anni, dal momento che si sta osservando un crescente abbassamento della soglia di insorgenza anche nei casi di AN e BN 3,4. Tra i principali cambiamenti rispetto alla precedente edizione, sia il criterio di amenorrea per l’AN che la categoria diagnostica di “Disturbi non altrimenti specificati” sono stati eliminati nel DSM-5. Questi cambiamenti hanno portato, almeno in parte, all’inquadramento di una popolazione meno centrata sulle sole donne, a una minore frequenza di diagnosi residue, e, nel complesso, anche a una stima più accurata dei casi di ED 5,6. Per quanto riguarda in particolare la prevalenza di genere, mentre in passato il rapporto maschi/femmine era di 1:11 7, dati più recenti indicano un rapporto di 1:4 8. Inoltre, nel caso del BED, la gamma si restringe ulteriormente a un rapporto maschi/femmine di 3:4. Questi dati suggeriscono quindi una crescita della ED anche nella popolazione maschile, anche se, secondo alcuni ricercatori, questi dati sarebbero ancora sottostimati 10. Questo, almeno in parte, potrebbe essere dovuto all’assenza di parametri specifici per i casi maschili, che a sua volta porta una grande difficoltà nel fare diagnosi, per cui i sintomi vengono spesso considerati sotto-soglia, o non sono sufficientemente compresi o spesso vengono trascurati, a meno che non diventino particolarmente gravi 11,12. Un esempio di ciò è dato dagli individui che sono compatibili con la diagnosi di dismorfia muscolare, che non sono stimati correttamente come caso di ED perché questa condizione non è ancora stata classificata come manifestazione clinica dello spettro di ED 13, ma piuttosto come disturbo di dismorfofobia corporea. Un’altra ipotesi per la sottostima potrebbe dipendere dal fatto che, essendo sempre stata considerata una patologia prettamente femminile, gli stessi uomini sono spesso riluttanti ad ammettere di soffrire di ED, per cui passano diversi anni tra l’insorgenza dei sintomi e l’effettiva presa in carico 5. Pertanto, una corretta valutazione diagnostica è particolarmente importante, in quanto consente la stima e la classificazione della ED maschile.

 

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