Medicina di Famiglia e Specialistica
Malattie respiratorie

Coinvolgimento degli pneumologi nei percorsi diagnostico-terapeutici della tubercolosi: risultati di una survey nazionale

13 Mar 2023

da Rassegna di Patologia dell’Apparato Respiratorio, Rivista ufficiale dell’Associazione Italiana Pneumologi Ospedalieri – Italian Thoracic Society (AIPO – ITS)

 

Caro Direttore,

nell’estate 2022 è stata lanciata dall’Associazione Italiana Pneumologi Ospedalieri – Italian Thoracic Society (AIPO-ITS) la survey dal titolo “TB or NOT TB? This is the questionnaire” con lo scopo di effettuare un censimento tra gli specialisti pneumologi al fine di individuare coloro che si occupano nella loro pratica clinica quotidiana della fase diagnostica e terapeutica sia dell’infezione tubercolare attiva che della forma latente. La survey è stata effettuata tramite piattaforma online con invito alla partecipazione inviato via e-mail a tutti i soci AIPO-ITS. La tubercolosi (TBC) in Italia è oggi considerata una patologia rara e in gran parte viene gestita dai colleghi specialisti in malattie infettive soprattutto per quanto riguarda la fase terapeutica, nonostante la nostra specialità nasca proprio come “tisiologia” dalla necessità di cura di questa patologia in un momento storico in cui i casi erano tutt’altro che rari.

Duecentotrentasette pneumologi provenienti da 175 centri hanno partecipato alla survey (response rate del 17%), nel periodo 24 agosto-13 novembre 2022, con una buona distribuzione del campione tra Nord, Centro e Sud Italia.

Nella totalità del campione, 206 responders (87%) hanno dichiarato di occuparsi di diagnostica di TBC attiva nella loro attività clinica. Negli ultimi 2 anni più di un terzo degli pneumologi (36%) ha dichiarato di aver effettuato più di 10 diagnosi di TBC attiva, il 29% ha effettuato tra 6 e 10 diagnosi e il 35% tra 1 e 5 casi. Nella maggior parte dei casi la diagnosi veniva effettuata grazie a campionamento delle basse vie aeree (broncoaspirato o broncolavaggio) con fibrobroncoscopia (57%), seguiti dalla raccolta di espettorato (38%), mentre solo nel 5% dei casi la terapia veniva impostata ex juvantibus senza una dimostrazione microbiologica della presenza del batterio (anche se auspicabilmente metodiche diagnostiche future sempre più avanzate e non invasive, quali tamponi linguali e maschere per l’esalato permetteranno il superamento di questa pratica).

 

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