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Medicina generale

Come invecchiare, senza invecchiare? Il segreto in un libro

24 Gen 2019

L’invecchiamento ha sempre interessato, ma anche impaurito, il genere umano, che fin dall’antichità ha studiato i cambiamenti biologici connessi al trascorrere degli anni, al decadimento delle condizioni fisiche e mentali.
Fin dall’eternità si è sempre sviluppato il mito dell’immortalità, inteso come una condizione in cui, dopo la morte, le funzioni vitali sono preservate sotto altre sembianze (ad es. in senso metafisico come nella dottrina cristiana oppure in senso fisico come nelle culture orientali). In tutti i casi però l’aspirazione e o l’illusione di sfuggire alle leggi della natura che costringe gli esseri umani a lasciare questa terra, ci interroga sul significato di vecchiaia e di salute.

Nel libro Invecchiare senza invecchiare il Dott. Giancarlo Isaia, con i suoi collaboratori della Scuola di Geriatria dell’Università di Torino, ha cercato di rispondere a tutte le domande sull’invecchiamento, anche quelle più semplici, che generalmente vengono sottoposte ad un medico. Per invecchiare senza invecchiare secondo il Dott. Isaia dobbiamo giocare di anticipo con la salute, e cioè conoscere l’origine delle malattie ed i loro segnali, in modo da lavorare di più sulla prevenzione, con lo scopo di rallentarne l’evoluzione.

Ecco alcune delle domande e delle risposte più generiche che incontriamo nel testo.

Che cos’è la vecchiaia?

Con il passar del tempo si verificano modificazioni nella funzione e nella morfologia del corpo e della mente. Nel I sec. a.c. lo scrittore Publio Terenzio Afro si riferisce alla vecchiaia come ad una malattia, con tutte le implicazioni negative che ne conseguono; Cicerone invece nel secolo successivo la definisce come un’evoluzione delle capacità biologiche dell’individuo, dato che gli anziani (a quel tempo erano persone di 50/60 anni) danno un contributo importante e positivo alla società ed alle generazioni future.
Secondo una moderna definizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità un soggetto diventa anziano oltre i 65 anni di età. L’invecchiamento non può più essere identificato con uno stato di malattia ma va considerato un fenomeno naturale che si accompagna ad una progressiva trasformazione fisiologica e psicologica dell’organismo e, attraverso un’accentuata fragilità biologica, una maggiore vulnerabilità alle malattie.

Che cos’è la salute?

Il termine salute arriva dal latino salus utis, che significa salvezza ed incolumità e viene inteso come uno stato di benessere fisico e di armonico equilibrio psichico dell’organismo umano, in quanto esente da malattie, da imperfezioni e disturbi organici o funzionali.
Fin dal 1948 l’OMS definisce la salute come uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, non solo un’assenza dello stato di malattia. Dal 1986, con la carta di Ottawa, una persona deve “essere capace di identificare e realizzare le proprie aspirazioni, di soddisfare i propri bisogni e di modificare positivamente l’ambiente circostante“. Per la prima volta viene riconosciuta l’importanza dello stretto legame tra l’uomo ed il suo ecosistema, composto da famiglia, comunità, ambiente fisico e socio-culturale. Negli anziani la buona salute è il mantenimento dell’autosufficienza, ossia la capacità di svolgere autonomamente le attività della vita quotidiana.

È possibile prevenire le malattie?

Assolutamente si. La prevenzione viene promossa dalla comunità scientifica e da organismi pubblici, fornendo un contributo per allungare la vita alle persone, con lo scopo di diminuire il numero di malattie ed il loro rischio di diffusione. Esistono tre tipi di prevenzione:

  • Prevenzione primaria –> si focalizza sui soggetti sani, con lo scopo di ridurre la diffusione delle malattie ed il numero di malati. Ex: campagne di vaccinazioni, astensione al fumo, ecc.
  • Prevenzione secondaria –> interviene su gruppi di soggetti già ammalati, magari in una fase iniziale. Mediante interventi mirati sulla popolazione si riescono ad identificare le malattie o le condizioni ad alto rischio (ex: screening del cancro mammario).
  • Prevenzione terziaria –> tutte le azioni volte al controllo e al contenimento di una patologia, con l’obiettivo di limitare le complicanze o evitarle (ex: uso di farmaci o la riabilitazione motoria).

Infine, alcune curiosità sugli anziani…

Negli ultimi decenni si è verificata una rivoluzione nel mondo occidentale, ossia un significativo aumento della vita media degli individui, che ha determinato un incremento della vita media degli individui. In particolar modo sono gli ultraottantacinquenni che rappresentano l’1% della popolazione mondiale ma hanno un tasso medio di crescita del 4%. Nel 2050 arriveranno a costituire ben il 4% dell’intera popolazione mondiale.

In Italia gli ultrasessantacinquenni erano nel 2002 il 18% della popolazione, mentre oggi sono circa il 22%. Ecco alcuni dati significativi:

  • la speranza di vita a 65 anni è più elevata elevata di circa un anno rispetto alla media europea;
  • Un anziono su dieci ha una grave riduzione di autonomia personale a causa di patologie croniche;
  • un anziano su due soffre di una malattia cronica ed il 23% degli anziani presenta limitazioni motorie;
  • l’11,2% degli anziani in Italia presenta gravi difficoltà a svolgere un’attività di cura della persona, come la doccia, ecc.
  • gli anziani con un basso reddito vivono in condizioni di salute peggiori.

Clicca qui se ne vuoi sapere di più sul libro di Giancarlo Isaia “Invecchiare senza invecchiare”, troverai degli approfondimenti sulle sindromi geriatriche, sulle patologie più comuni degli anziani e i migliori comportamenti di prevenzione

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