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Dieta mediterranea e varietà della dieta: un’azione additiva sulla protezione cardiometabolica

17 Set 2020

I benefici della Dieta Mediterranea in prevenzione cardiovascolare non sono in discussione. Si stanno tuttavia accumulando evidenze che anche altre caratteristiche delle abitudini a tavola possano influenzare favorevolmente il rischio di eventi coronarici.
In particolare, secondo uno studio recente, condotto presso il Centro Cardiologico Monzino, IRCCS di Milano e pubblicato su Nutrition Metabolism and Cardiovascular Diseases, la varietà delle scelte alimentari svolgerebbe un ruolo altrettanto importante, come l’Indice di mediterraneità della dieta, nella riduzione del rischio coronarico.
La rivista AP&B ha intervistato gli Autori Manuela Amato, Monica Giroli e Pablo Werba, dell’Unità di Ricerca Prevenzione dell’Aterosclerosi.


Quali sono le premesse allo studio e quali sono stati i risultati principali?

Le crescenti evidenze scientifiche a favore del ruolo protettivo della Dieta Mediterranea nei confronti delle malattie cardiovascolari hanno fatto sì che nelle linee guida relative all’alimentazione per la prevenzione di queste patologie l’enfasi fosse posta sull’adozione di questo stile alimentare, perdendo il precedente concetto di varietà della dieta che di per sé costituisce una delle peculiarità della Dieta Mediterranea stessa. Questo studio è nato con lo scopo di indagare possibili associazioni tra queste due caratteristiche dietetiche nei confronti della patologia coronarica ed una loro possibile interazione. È emerso che la varietà della dieta e l’aderenza alla Dieta Mediterranea hanno un ruolo protettivo indipendente nei confronti della patologia coronarica e che queste due caratteristiche hanno un effetto cardioprotettivo additivo.

La varietà dell’alimentazione sembra “pesare di più” nel vostro studio, nella protezione dagli eventi coronarici, dell’adesione alla DM. Come può essere interpretato questo dato?

Indipendentemente dallo stile alimentare adottato, il nostro organismo per funzionare e mantenersi in salute necessita di tante molecole diverse e nessun alimento le contiene tutte insieme. Per questo motivo, variare molto l’alimentazione consente di raggiungere più facilmente i fabbisogni giornalieri di tutte queste sostanze. Parallelamente, un’alimentazione varia consente di ridurre il rischio di raggiungere una soglia di consumo di micronutrienti o molecole contaminanti potenzialmente dannosa per la salute. Pertanto, questo duplice aspetto potrebbe essere il motivo per cui la varietà dell’alimentazione sembra “pesare di più” nella protezione dagli eventi coronarici rispetto all’adesione a una dieta mediterranea monotona.

Tra le categorie di alimenti che avete considerato, ce ne sono alcune per le quali la varietà appare maggiormente correlata agli effetti protettivi? Se sì, quali? Quali potrebbero essere le caratteristiche determinanti?

Verdura e frutta, compresa la frutta secca, sono risultate le categorie di alimenti considerate nel calcolo della varietà della dieta maggiormente correlate agli effetti protettivi rilevati. Probabilmente, questo è dovuto al fatto che gli alimenti appartenenti a queste categorie sono molto diversi tra loro ed ognuno ha una sua peculiarità in termini di contenuto di vitamine, minerali e “nutraceutici” (per esempio antiossidanti).

Quindi, variare all’interno di queste categorie significa assicurarsi l’apporto di un’ampia varietà di nutrienti benefici per la salute. È comunque da notare che l’associazione inversa tra la sola varietà di verdura e frutta e la patologia cardiovascolare non raggiunge, nel nostro studio, la significatività statistica. I nostri dati suggeriscono che, per ottenere il massimo potenziale cardioprotettivo della dieta, un’elevata varietà di frutta e verdura dovrebbe essere integrata con un’elevata varietà anche delle altre categorie di alimenti.

Alla luce delle attuali conoscenze nell’ambito della prevenzione delle malattie cardiovascolari e delle vostre osservazioni, è possibile definire il ruolo  di un’alimentazione corretta rispetto a quello di altri aspetti dello stile di vita (fumo, attività fisica, status socioeconomico…)?

Nel nostro studio, la mediterraneità e la varietà della dieta sono risultati fattori di protezione cardiovascolare indipendenti dall’attività fisica svolta e dall’abitudine al fumo, ma non abbiamo confrontato la “potenza” protettiva tra caratteristiche della dieta e altre componenti dello stile di vita. Tuttavia, nella pratica clinica si osserva spesso che gli individui hanno un insieme di “buone” o “cattive” abitudini. Cioè, chi si alimenta più correttamente, più frequentemente non fuma e fa attività fisica regolare di chi si alimenta in modo scorretto. Quindi, anche in questo caso è difficile valutare la rilevanza protettiva di ogni fattore. Tuttavia, è indiscusso, come dimostrato già 20 anni fa nel Nurses, Health Study, che quanto maggiore è il numero di abitudini “virtuose” di un individuo (non fumare, seguire una dieta salutare, fare 30 min di attività fisica moderata o vigorosa ogni giorno e mantenere un BMI minore di 25), tanto maggiore è la probabilità di evitare problemi coronarici, fino a un 74-82% di eventi coronarici risparmiati. Questo dato concorda con gli studi di intervento che mostrano chiaramente quanto sia vincente un approccio globale per ottenere la massima riduzione del rischio cardiovascolare.

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