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Dermatologia

Alimentazione bilanciata per tenere a bada la disbiosi cutanea

26 Nov 2020

Non mangiare cioccolata, anzi sì, ma solo fondente. Eliminare i salumi, anzi no, non serve.

L’acne vede da sempre un’altalena di ordini e contrordini, specie sul piano dietetico. Ora, alcuni studi hanno portato al centro dell’attenzione il ruolo giocato, in questa patologia, dal microbiota cutaneo e hanno aperto la strada a un nuovo approccio terapeutico, come ha raccontato Marco Pignatti, dermatologo del Poliambulatorio Villa Richeldi di Carpi, nei suoi ultimi due libri (Dermobiotica, ed. Minerva Medica e Intestino e salute della pelle, Terra Nuova Edizioni).

Inaspettatamente non comprende farmaci innovativi, ma un regime alimentare equilibrato. «Che, insieme a un’attività fisica quotidiana ed eventualmente a cure locali, permette di riequilibrare il microbiota cutaneo e di evitare nella quasi totalità dei casi la terapia sistemica».

Abbiamo riportato le domande che la rivista AP&B ha rivolto a Pignatti:

Qual è la relazione tra microbiota cutaneo e acne?

Abbiamo sempre considerato l’acne come un’infezione causata dal Cutibacterium acnes. Ora invece, alla luce delle ultime conoscenze sul microbiota cutaneo, sappiamo che il C. acnes è in realtà il principale abitante delle zone sebacee della pelle sana e che il problema, in chi ha la malattia acneica, è la presenza di uno stato di disbiosi, cioè di disequilibrio, tra questo ed altri batteri commensali. Queste conoscenze rappresentano una rivoluzione e cambiano il trattamento: non si possono più prescrivere soltanto cure per debellare il batterio, ma occorre cercare di raggiungere uno stato di eubiosi, cioè di equilibrio tra i vari “abitanti” della pelle.

Allora possiamo definire l’acne una “disbiosi cutanea”?

Certamente. Ci sono molte ricerche in corso per comprendere meglio i meccanismi alla base della malattia. Ma sappiamo ad esempio che alcuni funghi e batteri producono, a partire da acidi grassi presenti nel sebo, sostanze che possono inibire la crescita del C. acnes: se mancano questi batteri, il batterio dell’acne cresce in modo incontrollato e genera infiammazione.

Ha un ruolo anche il microbiota intestinale?

Certamente, il ruolo del microbiota intestinale nel nostro organismo è centrale e cominciamo ad avere le prime nozioni sui suoi legami con il microbiota cutaneo. Innanzitutto, il metabolismo degli androgeni, gli ormoni sessuali che hanno una responsabilità nell’acne, è fortemente influenzato dal microbiota intestinale. E ancora, il microbiota intestinale sintetizza la vitamina B12 e la biotina, due vitamine implicate nella patogenesi della malattia acneica. Va da sé che se nell’intestino c’è una situazione di disbiosi, tutti questi meccanismi che ho elencato si alterano, con ripercussioni sullo stato di salute della pelle.

Perché definisce l’acne “diabete della pelle”?

Numerosi studi legano l’acne alla resistenza insulinica. Quando l’insulina aumenta alcune cellule, come quelle adipose e del muscolo, diventano “resistenti” mentre altre, come le ghiandole sebacee, non sviluppano resistenza e continuano a produrre sempre più sebo in risposta al crescente stimolo insulinico. Lo stesso aumento degli androgeni, considerato uno dei fattori causali dell’acne, sembra dipendere dalla resistenza insulinica e non a caso numerose situazioni di iperinsulinismo si manifestano anche con acne e irsutismo.

Quindi la terapia come cambia?

Correggiamo alcuni frequenti errori dietetici, insegnando in parallelo ai nostri pazienti e ai genitori il giusto equilibrio tra gli alimenti da rispettare ad ogni pasto, per evitare picchi glicemici alimenterebbero ancora di più lo stato di insulino-resistenza. E qui va sfatato un luogo comune: non è vero che gli adolescenti sono refrattari ai cambiamenti. Al contrario, quando i miglioramenti diventano tangibili sulla pelle, si convincono definitivamente e non tornano più indietro. Oltre a un’alimentazione adeguata viene prescritta mezz’ora al giorno di movimento, che significa andare a scuola a piedi, oppure in bicicletta, per esempio. Questo, sempre con l’obiettivo di riequilibrare la produzione di insulina.

Niente farmaci allora?

Al contrario, la terapia prevede anche farmaci topici, a base di retinoidi oppure di antibiotici. Li prescriviamo inizialmente per ridurre il grado di infiammazione locale e favorire il ritorno dell’eubiosi. In questo modo, fra l’altro, i giovani sono motivati nella prima fase della terapia, che è quella più impegnativa perché sono in atto le modifiche alimentari. Ma, non mi stancherò mai di ripeterlo, l’acne è una spia importante del futuro stato di salute del nostro giovane paziente. Se la curiamo bene oggi, preveniamo domani sovrappeso, obesità, diabete, malattie cardiovascolari e probabilmente anche alcuni tumori.

 

Per ulteriori approfondimenti scarica il numero della rivista AP&B

 

 

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